San Policarpo di Smirne è uno dei santi che la Chiesa suole ricordare nella giornata del 23 febbraio. Secondo quanto raccontato dalla “passio” (più conosciuta con la denominazione de “Il Martirio di San Policarpo”), il santo nacque a Smirne intorno all’anno 69 d.C., ed ebbe genitori cristiani. Anche lui, dunque, crebbe con gli insegnamenti veicolati dalla fede cristiana, fino a divenire ben presto un seguace degli insegnamenti di Giovanni il Presbitero, che qualche tempo lo nominerà vescovo di Smirne. Siamo negli anni in cui Traiano era a capo dell’Impero Romano. Policarpo cominciò a godere di grande stima presso i contemporanei, e divenne uno dei vescovi più rispettati e importanti del tempo, tanto da essere inviato a colloquio con il pontefice di allora, Aniceto, per risolvere le controversie che ruotavano attorno alla data di celebrazione della Pasqua (anno 154). San Policarpo si mise in luce anche come teologo, e sì impegnò in maniera incisiva per cercare di contrastare la diffusione del docetismo, una dottrina cristologica che non credeva all’incarnazione di Cristo. Secondo quanto è stato scritto da Ireneo da Lione, colui dal quale è stato possibile apprendere la maggior parte delle notizie sul santo, San Policarpo ebbe anche modo di incontrare uno dei principali fautori della dottrina docetica, Marcione: secondo Ireneo, è proprio di quest’ultimo che Policarpo parla nella sua lettera indirizzata ai Filippesi, quando usa l’espressione “primogenito del demonio”. Tale documento ha infatti tra le sue caratteristiche un’impostazione fortemente antidocetica. Un giorno, ai tempi in cui regnava l’imperatore Antonino Pio, Policarpo ebbe l’ardire di fare a questo un affronto per non contravvenire alla sua fede: infatti, si rifiutò di compiere un sacrificio in suo onore. Così, il vescovo di Smirne fu arrestato, secondo gli ordini di Stazio Quadrato, proconsole. Si stabilì che Policarpo avrebbe dovuto essere bruciato, ma al momento dell’esecuzione della sua condanna a morte ebbe luogo un fatto miracoloso: il fuoco sembrava infatti non avere alcun effetto sul corpo del santo, che rimase intatto. Dunque, data l’inefficacia del fuoco, fu ucciso con un pugnale, il 23 febbraio del 155, ormai ottantaseienne.
La già citata Lettera ai Filippesi rappresenta una delle maggiori testimonianze del suo pensiero teologico: da essa si evince una concezione delle Chiesa intesa come comunità, di cui presbiteri e diaconi sono parte integrante. Lo scritto, che probabilmente è la risultante dell’unione di due diversi documenti, parla in particolare alle donne, ma è rivolto anche ai giovani. Diversi sono, in questo documento, i richiami di Policarpo alle lettere scritte da Paolo di Tarso e alla prima lettera di Pietro.Per i cristiani copti, il giorno in cui si ricorda San Policarpo è l’8 marzo. Nell’iconografia tradizionale, il santo è solitamente caratterizzato da due attributi: la palma e il bastone pastorale.