Il 24 febbraio la Chiesa cattolica rende omaggio a Sant’Etelberto, nato nel Kent, una regione dell’odierna Inghilterra, nel 552. Era figlio del re, Eormenric, a cui succedette probabilmente nel 590, secondo quanto si può dedurre dalle informazioni veicolate dalla Cronaca Anglo-Sassone. Sempre secondo questa fonte, Etelberto non si sottrasse a quelle che erano le ambizioni di conquista di ogni re, e infatti provò a espandere i suoi domini conquistando la regione vicina del Wessex strappandola al re Ceanwlin. Intorno all’anno 588, Etelbertò convolò a nozze con Berta, fanciulla di fede cattolica figlia di Cariberto, re dei Merovingi. Ciò costituì un fatto di grande rilievo per il re del Kent, che poté così contare su una proficua alleanza con quello che all’epoca era il più grande regno europeo. Il matrimonio, però, venne sottoposto al rispetto di una condizione: Etelberto, infatti, avrebbe dovuto rispettare il credo religioso della moglie, evitando dunque qualunque pressione atta a convincere la principessa ad abbandonarlo, e avrebbe dovuto permettere a Berta di avere al suo fianco Liudhard, il suo cappellano. Etelberto accettò di buon grado le richieste e, addirittura, fu molto probabilmente l’influenza della moglie e del cappellano a decretare la sua conversione al cattolicesimo.
Nel 597 permise ad una delegazione di monaci inviati da papa Gregorio Magno, con a capo il vescovo Agostino (che poi diverrà Sant’Agostino), di insediarsi a Canterbury con il permesso di predicare e sollecitare conversioni. Secondo le informazioni giunte fino ai giorni nostri, re Etelberto abbracciò la fede cattolica nel giorno della vigilia di Pentecoste, sempre nell’anno 597. Pur essendosi convertito, però, si mostrò piuttosto magnanimo nei confronti di coloro sui quali governava, e stabilì che non avrebbe imposto a nessuno dei suoi sudditi la conversione alla fede cattolica. Etelberto, comunque, diede un grande impulso alla diffusione del cattolicesimo nel suo regno, anche attraverso la costruzione di monasteri e chiese: uno di questi luoghi sacri, edificato a poca distanza da Canterbury, venne intitolato a Pietro e Paolo. Inoltre, fece dono a Sant’Agostino di un terreno sul quale costruire la sede vescovile della città di Canterbury, ed ebbe un ruolo attivo nell’organizzazione, assieme a quest’ultimo, di un sinodo a cui presero parte dottori e vescovi della Britannia. A Etelberto, poi, si deve l’elaborazione di una serie di leggi per assicurare protezione alla Chiesa. Morì il 24 febbraio del 616 e per il grande impegno profuso nella diffusione del cattolicesimo, il bretwalda (appellativo che all’epoca veniva attribuito al capo della Britannia) venne canonizzato una volta defunto. Nell’iconografia cristiana, il santo viene raffigurato con due attributi: la corona e lo scettro.