Non abbiamo in mano nulla di concreto: dice così il questore di Bergamo in una intervista concessa al settimanale Oggi in occasione del terzo anniversario del ritrovamento, il 26 febbraio 2011, del corpo senza vita della povera Yara Gambirasio. Una dichiarazione di sconfitta senza attenuanti, ma lo si sapeva da tempo. La caccia al killer mediante l’esame di migliaia di dna non ha portato a nulla di concreto, solo un profilo genetico deteriorato, come ha detto lo stesso questore, che potrebbe appartenere all’assassino. Come si sa, il profilo in questione è quello di un uomo deceduto nel 1999, il cui dna è stato trovato sugli indumenti di Yara: non il suo evidentemente, ma quello di un suo possibile figlio, cercato a lungo senza mai arrivare a niente. L’ipotesi era che quel dna appartenesse a un figlio illegittimo, in quanto i suoi figli riconosciuti hanno un dna differente. “Non ci sono spunti nuovi che possano consentire l’identificazione dell’omicida, anche se in mano agli inquirenti c’è un dna, un profili genetico deteriorato, ma che potrebbe appartenere all’assassino” spiega il questore, il che significa che senza nulla l’indagine andrà definitivamente archiviata dopo un proroga già ottenuta mesi fa. 



Leggi anche

Yara Gambirasio, legali di Massimo Bossetti visionano altri reperti/ Ma ora vogliono quelli dell'autopsiaYara Gambirasio, genitori denunciano Netflix per violazione privacy/ "Nella docuserie audio non autorizzati"