Il 25 febbraio si festeggia San Gerlando di Agrigento, importante vescovo dell’undicesimo secolo e ancora oggi santo patrono della provincia siciliana. Della sua biografia ci sono rimaste ben poche notizie. Secondo alcuni studi, dovrebbe essere nato a Besançon, nell’attuale Francia, in un periodo che intercorre tra il 1030 e il 1040. Discendente probabilmente da una famiglia celtica ed è parente di Ruggero I Altavilla, storico e Conte del Regno di Sicilia, uomo di spessore culturale in numerose discipline religiose, oltre che persona molto caritatevole. Di lui non abbiamo informazioni fino al 1086, anno nel quale Gerlando fu nominato dallo stesso Ruggero come primicerio della ‘Schola Cantorum’ di una parrocchia di Mileto, un comune situato nell’attuale provincia di Catanzaro, in Calabria. Poco prima, la sua Agrigento si era liberata dal dominio degli Arabi e la Sicilia era tornata ad essere gestita dalla Chiesa cattolica. Nel 1088, a Roma Gerlando fu nominato vescovo di Agrigento da papa Urbano II, mentre la bolla che sentenzia la conferma da parte dello Stato Pontificio fu emanata dieci anni dopo. Nel corso del suo ritorno in Trinacria passò per Bagnara, un piccolo paese vicino Reggio Calabria, e accolse il priore del monastero di quella città, Drogone, sotto la sua ala protettiva, nominando anche come suo erede. Gerlando si diede molto da fare per rimettere a posto la diocesi della sua città, martoriata dalla lunga dominazione musulmana.
Nel corso degli anni, fece in modo che Agrigento tornasse ad essere un centro a maggioranza cattolica, fece costruire una cattedrale dedicata a san Giacomo, e un episcopio intitolato alla Madonna e soprattutto fece rafforzare il castello di Girgenti, nome antico del capoluogo di provincia siciliano che fu attribuito proprio dagli Arabi. Nel 1098 prese parte ad un convegno a Mazara del Vallo, nel quale Ruggero I e vari vescovi siciliani si accordarono per la suddivisione delle decime. Battezzò e fece convertire Charnud, signore musulmano, con il nuovo nome di Ruggero Achmet.
Morì ad Agrigento il 25 febbraio del 1100 e i vescovi della sua città traslarono in varie occasioni le sue reliquie. Nel corso dei secoli, gli furono dedicate numerose feste alle quali parteciparono anche confratelli di altre diocesi. Attualmente è sepolto presso la Cattedrale di Agrigento, anche la festività legata al suo culto religioso, col passare del tempo, si è un po’ assopita. La popolazione della provincia della Sicilia lo invoca ancora oggi per essere difesa dalle varie calamità naturali, quali terremoti, tempeste, uragani, alluvioni, eruzioni di vulcani. I devoti ritengono che il protettore abbia salvato numerose persone nel corso di una grave frana del luglio 1966, durante la quale fu ripetutamente invocato e non ci fu alcuna vittima.