Nel caso in cui vi siano “dubbi e perplessità”, è “meglio assolvere un colpevoleche condannare un innocente”. Lo ha detto il procuratore generale della Corte d’Appello di Roma, Luigi Ciampoli, a poche ore dall’assoluzione in via definitiva di Raniero Buscodall’accusa di aver ucciso Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990 in via Carlo Poma. “Credo che il problema di fondo, paradossalmente – ha detto Ciampoli all’Ansa – non sia rappresentato dal dubbio responsabilità o innocenza, sulla cui finale valutazione molti fattori incidono mossi da percezioni, ragionamenti, riscontri che contribuiscono a formare l’ultimo e libero convincimento del giudice, che, come tale, deve essere tutelato e rispettato”. Quello che “purtroppo non è accettabile”, ha aggiunto il pg di Roma, “è il lungo lasso di tempo tra il fatto in esame e il definitivo pronunciamento, intollerabile sotto il profilo costituzionale del celere e giusto processo, della democrazia e della reale corrispondenza a fatti e situazioni le quali in tanto giustificano l’intervento dello Stato in quanto si riferiscono all’attualità, eliminando dubbi e perplessità”. Quindi, “in presenza degli elementi che ho appena indicato, e dico ciò ribadendo quanto espresso nel ricorso in Cassazione proposto dal mio ufficio, nel rispetto dunque di tutte le opinioni, sembra corretto in linea generale più assolvere un colpevole che non condannare un innocente”.



Non c’è un colpevole per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, uccisa 24 anni fa (il 7 agosto 1990) in un appartamento di via Carlo Poma 2, a Roma. La Cassazione ha rigettato il ricorso e ha assolto definitivamente Raniero Busco. I giudici hanno dunque confermato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Roma il 27 aprile 2012, quando Busco venne assolto per non aver commesso il fatto. In primo grado, invece, era stato ritenuto colpevole e condannato a 24 anni di reclusione. L’assassino di via Poma, quindi, è ancora in libertà. “Sono felicissima. Grazie a tutti, siete stati meravigliosi. E’ finita. Finalmente ci siamo liberati da un incubo e tutto è definitivamente finito – ha detto Roberta Milliteri, moglie di Raniero Busco, parlando al telefono con l’avvocato Paolo Loria – La vicenda è stata finalmente seppellita”. Ovviamente amareggiato per la sentenza il legale della famiglia Cesaroni, Federica Mondani: “Siamo molto delusi. Resta un delitto senza colpevoli, ma restiamo convinti che c’erano elementi importanti contro Busco”.

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