Leandro di Siviglia è nato a Cartagena nel 534 ed è morto a Siviglia il 13 marzo del 600. Leandro è stato l’arcivescovo della città di Siviglia ed è ricordato per aver convertito la casa reale dei Visigoti dall’eresia ariana al cattolicesimo. La Chiesa cattolica lo ha fatto santo e lo si festeggia proprio quest’oggi, 27 febbraio. Leandro, di famiglia antica e ricca romana di Cartagena, resta orfano del padre Saveriano quando era ancora giovane e Leandro, primo di cinque figli, deve occuparsi dei suoi fratelli che diventeranno tutti religiosi e santi. In particolare il fratello Isidoro, con la sua opera enciclopedica intitolata le “Etimologie”, diventa uno scrittore famoso del Medioevo. Leandro diventa monaco benedettino ed è nominato vescovo di Siviglia intorno al 577-578. Nella Spagna dell’epoca erano al potere i Visigoti che erano in maggioranza ariani. I Visigoti, entrati in Spagna nel 415 con il consenso dei romani, in seguito al crollo dell’Impero Romano d’Occidente, combatterono contro le resistenze locali, gli insediamenti di popoli nordici, le spedizioni bizantine, unificando sotto il loro unico dominio gran parte del territorio, incluso il Portogallo: il tutto avvenne sotto il regno del re Leovigildo che morì nel 586. Il suo grande regno era diviso tra gli spagnoli cattolici e i visigoti ariani, contrari alla dottrina cattolica. Leovigildo volle creare un’unità religiosa, ovviamente con l’arianesimo. Voleva che tutti dicessero “Gloria Patri per Filium in Spiritu Sancto”, al posto del “Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto” che pronunciavano i cattolici. Ma Leandro, allora monaco, con la sua costante predicazione cattolica, ottenne molte conversioni tra cui anche quella di Ermenegildo, proprio il figlio di Leovigildo, il re visigoto. Ermenegildo, a capo di una ribellione contro il padre, venne sconfitto e condannato a morte.



Il re Leovigildo espelle dalla Spagna i sostenitori del figlio, tra cui il monaco Leandro, che lascia la Spagna e va in esilio nella città di Costantinopoli. Qui chiede aiuto all’imperatore orientale senza avere però nessun supporto. Ma la sua permanenza a Costantinopoli non fu vana perché Leandro conobbe il legato in Oriente di Roma che sarà il papa Gregorio Magno, con cui strinse una bella e duratura amicizia. Nel frattempo il re Leovigildo, attento alla politica, nel febbraio 587, si convertì ufficialmente al cattolicesimo, facendo tornare in patria gli espulsi tra cui Leandro che venne nominato vescovo di Siviglia e nominato consigliere insieme al figlio Recaredo. Quando muore Leovigildo salì al trono Recaredo e in Spagna iniziò una fase nuova. Leandro nel 589 convocò il Concilio di Toledo in cui sancì il passaggio del re Recaedo e di tutti i visigoti al cattolicesimo. Si avviò il processo di unità religiosa in Spagna, favorito dal vescovo Leandro e poi da suo fratello Isidoro. Leandro continuò l’amicizia epistolare, fino alla morte, con papa Gregorio Magno, che purtroppo è poi andata quasi tutta persa.



Nell’omelia del concilio Leandro disse: “Nuovi popoli sono nati d’un tratto per la Chiesa; quelli che prima ci facevano soffrire con la loro durezza, ora ci consolano con la loro fede”. Quindi morì nel 600 e gli successe il fratello Isidoro divenuto nel frattempo  Santo. Oltre ad alcuni frammenti della sua corrispondenza con il Papa Gregorio I, Leandro ha scritto “De institutione virginum et contemptu mundi”, ossia le regole per la comunità religiosa tenuta dalla sorella Fiorentina e anche “Homilia de triumpho ecclesiæ ob conversionem Gothorum “. L’emblema di San Leandro è un bastone pastorale.

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