Sono tre le grazie da chiedere a Dio: morire nella Chiesa, morire nella speranza e morire lasciando l’eredità di una testimonianza cristiana. Lo ha detto Papa Francesco nella consueta Messa mattutina a Casa Santa Marta. Parlando della morte di Davide, il Pontefice spiega che lui stesso si definisce peccatore, ma “mai se ne è andato fuori dal Popolo di Dio”: “Peccatore sì, traditore no! E questa è una grazia: rimanere sino alla fine nel Popolo di Dio – ha detto il Santo Padre durante l’omelia -. Avere la grazia di morire in seno alla Chiesa, in seno al Popolo di Dio. E questo è il primo punto che io vorrei sottolineare. Anche per noi chiedere la grazia di morire a casa. Morire a casa, nella Chiesa. Peccatori sì, tutti, tutti lo siamo! Ma traditori no! Corrotti no!”. Davide, inoltre, muore “tranquillo, in pace, sereno”: e questa è un’altra grazia, quella “di morire nella speranza, nella consapevolezza” che “dall’altra parte ci attendono; dall’altra parte anche continua la casa, continua la famiglia”. Infine la terza grazia riguarda l’eredità di Davide, il quale lascia “40 anni di governo” e “un popolo consolidato, forte”. Questa è dunque l’eredità: “la nostra testimonianza da cristiani lasciata agli altri. E alcuni di noi lasciano una grande eredità”. Pensiamo ad esempio ai Santi che hanno vissuto il Vangelo con tanta forza, “che ci lasciano una strada di vita e un modo di vivere come eredità – ha detto Papa Francesco -. Ecco le tre cose che mi vengono al cuore nella lettura di questo brano sulla morte di Davide: chiedere la grazia di morire a casa, morire nella Chiesa; chiedere la grazia di morire in speranza, con speranza; e chiedere la grazia di lasciare una bella eredità, un’eredità umana, un’eredità fatta con la testimonianza della nostra vita cristiana. Che San Davide conceda a tutti noi queste tre grazie!”.



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