L’esponente del Partito democratico Fausto Raciti ha presentato un esposto alla procura di Genova denunciando la presunta attività di Beppe Grillo nell’istigare i militari italiani a disobbedire e a ribellarsi allo stato. Come si sa poco tempo fa il leader Cinque stelle sul suo blog aveva invitato esercito e forze dell’ordine a non sostenere più lo stato italiano dicendo loro di ribellarsi ai politici. In seguito all’esposto la procura genovese sta indagando adesso su Grillo secondo l’articolo 266 del codice penale, istigazione appunto alla disobbedienza. Le frasi di Grillo furono la conseguenza delle note manifestazioni del Movimento dei forconi in cui alcuni uomini delle forze dell’ordine erano stati fotografati in un gesto inteso come solidarietà verso i manifestanti stessi, cosa poi smentita. Per questo reato Beppe Grillo, se riconosciuto colpevole, rischia una pena da uno a tre anni. – E’ notizia di poco fa che la procura di Genova non sta indagando Beppe Grillo come detto in precedenza, ma che comunque le indagini sono in corso in altre procure sempre a seguito della denuncia da parte dell’esponente Pd. Ma per Beppe Grillo ci sono altri problemi giudiziari. Nove mesi di carcere: è quanto chiede la procura di Torino a seguito di un processo in cui è coinvolto il leader dei Cinque Stelle. Si tratta del caso legato a una manifestazione del 5 dicembre 2010 in Val di Susa contro la Tav a cui aveva partecipato anche Grillo. Allora c’era il divieto di entrare in una baita nei pressi dei cantieri, ma Grillo ci si era recato lo stesso nonostante l’avvertimento dei carabinieri. Ne uscì mimando il gesto delle manette e venne incriminato insieme ad altre 21 persone per violazione di sigilli. La baita, che era stata costruita in modo abusivo dagli aderenti al No Tav, era stata posta sotto sequestro dalle autorità.