Il giorno 13 marzo di ogni anno la Chiesa Cattolica Romana ricorda e festeggia nel proprio calendario la figura di San Leandro di Siviglia, che è stato un religioso spicco nel corso del sesto secolo dopo la nascita di Cristo, famoso soprattutto per essere stato capace di convertire alla religione cattolica l’intera casa reale visigota. Impresa di un certo rilievo soprattutto se si considera che i Visigoti erano un popolo di origine scandinave nonché credente all’arianesimo che si poneva in maniera differente rispetto alla natura divina di Gesù Cristo, non riconoscendo inoltre la Trinità.



Leandro nacque durante l’anno 534 a Cartagena, comune che si trova nell’attuale regione della Murcia in Spagna, in una famiglia di origine romane. Leandro ben presto dovette prendersi in carico tantissime responsabilità in quanto suo padre Severiano morì precocemente. Leandro dovette prendersi cura dei quattro fratelli più piccoli, che vedevano in lui una sorta di secondo padre. Il crudele destino di privarlo dell’amore paterno, gli consentirà tuttavia di forgiare anzitempo il suo carattere mettendolo innanzi a tutte le impellenze della vita. Nel suo animo era già presente un forte sentimento di religiosità cosa che peraltro ebbe modo di condividere con tre dei suoi fratelli che come lui consacrarono la vita al Signore, e che a sono stati venerati dalla Chiesa come Santi visto che ebbero un ruolo piuttosto importante nel processo di unificazione di tutta la penisola iberica sotto il credo Niceno. Unità che da un punto di vista storica ed ufficiale venne sancita nel 589 con il III concilio di Toledo.



Tornando a Leandro, dopo essersi occupato della propria famiglia incominciò a perseguire il suo ideale religioso diventando un monaco benedettino che, utilizzando l’arma della predicazione per far conoscere le scritture, tentava di convertire quanti credevano nell’arianesimo nella religione cristiana. Ben presto il suo operato venne tenuto in grande considerazione tant’è che venne eletto vescovo della città di Siviglia. Proprio a Siviglia ebbe modo di entrare a contatto con Ermenegildo, principe visigoto che era stato esiliato dal padre per il fatto di aver sposata una donna che credeva nella religione cattolica. Leandro riuscì a convertire alla religione cattolica lo stesso Ermenegildo. Lo scontro tra quest’ultimo e suo padre fu molto acceso e violento tant’è che sfociò in una vera battaglia nella quale ebbe la meglio il padre che fece imprigionare Ermenegildo, poi condannato a morte.



La situazione si fa difficile anche per Leandro e tutti gli altri prelati di fede cattolica che furono cacciati dalla penisola spagnola e inviati in esilio a Costantinopoli. Durante l’esilio in terra bizantina, Leandro avrà modo di conoscere quello che sarà il futuro Papa Gregorio con il quale nascerà una straordinaria amicizia. Qualche anno più tardi a Leandro viene data la possibilità di far ritorno in Patria anche per via delle condizioni di salute piuttosto complicate del Re.

Dopo la sua morte, sul trono salì Recardo che si convertì alla religione cattolica anche grazie all’opera di Leandro e quindi diede una grande spinta nel processo di unificazione religiosa della penisola. Di Leandro sono rimaste, nei secoli, le lettere originale che sovente si scambiava con Papa Gregorio oltre alcune opere nelle quali parla di alcuni aspetti della vita monastica e religiosa. Secondo alcuni documenti storici Leandro è morto nel corso dell’anno 600 e la Chiesa Romana che lo venera come Santo commemorandolo il giorno 13 marzo.