Il 18 marzo si festeggia San Cirillo di Gerusalemme, scelto da Papa Leone XIII come dottore e vescovo della Chiesa cattolica. Cirillo nasce intorno al 315 probabilmente nell’attuale capitale d’Israele e della sua infanzia e della sua gioventù si sa pochissimo. Cresciuto da una famiglia cristiana, a 20 anni diventa sacerdote per intercessione del vescovo Massimo III di Gerusalemme. Si contraddistingue subito per una grande propensione al dialogo e alla conciliazione, scegliendo di essere seguace della corrente religiosa di Eusebio di Cesarea, secondo la quale Dio è da considerarsi simile al Padre. Nel corso della sua opera, la sua città sta tornando sotto i riflettori dei più potenti dopo decenni negativi, caratterizzati da violenze e persecuzioni. L’imperatore Costantino fa costruire la basilica del Santo Sepolcro, nella quale Cirillo lavorerà molto, mentre Giuliano intende far restaurare l’antico Tempio di Gerusalemme. Nel 348, il patriarca di Cesarea Acacio lo nomina vescovo e Cirillo si dà da fare in un periodo storico complicato, nel quale si apre una forte disputa religiosa tra i sostenitori del Concilio di Nicea, che ritengono Gesù Cristo della stessa sostanza del Padre, e gli ariani che bocciano questa teoria teologica. Nel frattempo, tra Cirillo e Acacio i rapporti iniziano a farsi tesi, e il vescovo di Cesarea lo accusa di aver venduto beni ecclesiastici per sfamare i poveri. Nel 357, Cirillo viene destituito e costretto all’esilio, ma due anni dopo lo stesso viene riabilitato e Acacio è deposto. Ma Acacio non si arrende: nel corso di un concilio a Costantinopoli, nell’anno successivo Cirillo viene di nuovo esiliato, prima di essere di nuovo chiamato a Gerusalemme come successore del vescovo Costanzo, sostenitore dell’arianesimo. Cirillo subisce nel 367 un altro esilio dall’imperatore Valente, che questa volta durerà oltre dieci anni e finirà alla morte del sovrano. Qualche anno dopo, è presente al grande concilio di Costantinopoli, durante il quale viene sancita la prevalenza della dottrina nicena e Cirillo diventa finalmente vescovo della sua Gerusalemme, e lo sarà fino alla fine dei suoi giorni. Finalmente, lui e la Chiesa cattolica hanno preso una decisione definitiva riguardo a Cristo, che è simile nella sostanza al Padre. Cirillo muore così in tranquillità nella sua città natale nel 387, all’età di circa settanta anni. Ci sono rimaste alcune sue opere nel corso dei secoli. Tra queste, una ventina di sermoni per la Catechesi, una lettera rivolta all’imperatore Costanzo II e un’opera dedicata al lago di Betsaida. Dopo oltre 1500 anni, Cirillo viene definitivamente riabilitato e il suo stile di vita esaltato: nel 1882 Papa Leone XIII lo nomina Dottore della Chiesa grazie alle sue istruzioni per i battezzati passati e futuri. Nel ventesimo secolo, il Concilio Vaticano II citerà il suo insegnamento in vari testi.