Il 21 marzo di ogni anno la Chiesa cattolica celebra la memoria di San Nicola di Flue. Nacque nel1417 a Flüeli am Ranft, un paesino situato presso Sachseln, nel Cantone di Obwalden, in Svizzera. Il padre si chiamava Heinrich von Flüe, la madre Hemma Ruobert, ed entrambi facevano i contadini: crescendo, perciò, anche il Nicola svolse quest’attività per i primi anni della sua esistenza. Successivamente, intraprese la carriera militare: ricoprì prima il ruolo di soldato semplice, e poi quello di ufficiale, nel corso dei conflitti armati che coinvolsero i confederati, nel periodo tra il 1440 e il 1444, e che li videro contrapposti agli Asburgo. Prese poi in moglie Dorotea Wiss di Schwendi, che gli diede una decina di figli. Ricoprì anche degli incarichi civili: fu infatti giudice, ma fece anche parte della Dieta federale in qualità di consigliere e deputato. Tuttavia Nicola, che già a partire dai sedici anni aveva provato dentro di sé il desiderio di trascorrere la sua esistenza facendo l’eremita, il 16 ottobre del 1467, dopo aver avuto il benestare dalla moglie, salutò la famiglia e decise di ritirarsi in solitudine; decisiva, ai fini di questa decisione, fu anche la frequentazione con Heimo am Grund, sacerdote nonché suo grande amico. Comunque, dopo aver maturato tale decisione, il santo si ritirò nella valle del Ranft, poco distante dal luogo in cui aveva vissuto fino a quel momento, e qui si dedico esclusivamente a una vita fatta di preghiere, penitenza e meditazione. Nicola (che era noto a tutti con l’appellativo di Bruder Klaus) pur essendosi ritirato dalla vita mondana per abbracciare la solitudine e la preghiera e, anche se egli era, in fin dei conti, soltanto un contadino che non aveva avuto l’opportunità di studiare, veniva spesso interpellato dai concittadini, che lo cercavano per ascoltare i suoi consigli, ritenendolo persona pia e saggia.
Ebbe modo, inoltre, di dare un contributo fondamentale all’assetto politico della Svizzera: il 22 dicembre del 1481, fece pervenire un suo scritto alla dieta di Stans, anche se non vi sono testimonianze delle parole realmente pronunciate dal santo in quell’occasione. Si dice che nel corso della sua vita da anacoreta ebbe diverse visioni, e che, dal momento in cui si ritirò nel suo eremo, non mangiò altro che ostia consacrata. Il santo passò a miglior vita il 21 marzo del 1487, proprio nel giorno in cui compiva settant’anni. Venne beatificato nel 1669, mentre la sua canonizzazione avvenne il 15 maggio del 1947 ad opera di papa Pio XII; fu sempre quest’ultimo, inoltre, a proclamarlo patrono della Confederazione Elvetica. San Nicola di Flue, però, non viene venerato il 21 marzo da tutti i cattolici: i vetero-cattolici lo ricordano il 22 marzo, mentre gli svizzeri sono soliti festeggiarlo il 25 settembre.