Quanta ansia dietro ogni diagnosi, a volte questa si stempera perché i vari referti risultano tranquillizzanti, altre volte si trasforma in grande sofferenza quando viene prospettata una malformazione, anche molto grave. In questi ultimi casi che cosa resta da fare per un genitore? Soccombere, ricorrendo all’aborto procurato, chiedere ulteriori accertamenti, o affidarsi alla Vita?



Affidarsi, fidarsi, sperare non è cosa facile. È però possibile e io sono stata testimone di alcune situazioni che mi fanno venire ancora i brividi a pensarci. Ne riporto quella forse più particolare, uno stralcio di testimonianza dal mio libro “Oggi è nata una mamma”.

“E’ nato e sta bene, è un bambino perfetto!”



C’era un orgoglio incredibile insieme alla sua felicità.

Dopo aver tirato un bel respiro, le ho chiesto: “Come ha fatto a decidere di farlo nascere?”

“Quando sono uscita da questa porta, ho detto a mio marito che questo era mio figlio e che lo volevo comunque”.

Raggiante continua: “Voglio dirle che non ho più fatto altri esami clinici e che mi sono sentita tranquilla per tutto il restante tempo della gravidanza; avevo preso la mia decisione e sapevo che avrei sempre potuto contare su di voi!”

Come sempre in queste difficili situazioni che la vita propone, come in qualunque storia di gravidanza inattesa o indesiderata, non esiste una ricetta del buon vivere ma solo l’offerta da parte nostra della condivisione e della rassicurazione che per qualunque cosa si rendesse necessaria, noi del Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli ci siamo.