Il 26 marzo è il giorno nel quale si festeggiano i Santi Emanuele, Quadrato e Teodosio, martirizzati in Anatolia. Della loro vita si sa davvero pochissimo. Sappiamo che sono vissuti nel III Secolo dopo Cristo in Anatolia, una regione corrispondente all’attuale Turchia, nella quale subirono il martirio. La vicenda della loro vita e soprattutto della loro morte è raccontata da uno dei Sinassari bizantini, che sono una serie di agiografie redatte dalla Chiesa Ortodossa, dalle Chiese cattoliche orientali e da quelle orientali antiche. Le vicende dei tre martiri sono strettamente collegate fra loro. Quadrato, vescovo di un gruppo comunitario proveniente dall’Asia Minore, visse in un territorio nel quale vi era una forte prevalenza dei pagani sui cristiani. Il religioso venne così perseguitato e costretto dagli stessi pagani ad abiurare la sua fede cristiana, che lo minacciarono di morte nel caso in cui lui non avesse smesso di guidare la piccola e giovane comunità. Quadrato si rifiutò categoricamente, scegliendo di non cedere e continuare a esercitare il suo apostolato contro tutto e tutti, occupandosi in prima persona dei prigionieri e assistendoli in ogni occasione. Ma, una volta scoperto dai pagani, venne imprigionato, torturato e malamente decapitato. Emanuele e Teodosio mostrarono subito grande solidarietà nei confronti del vescovo e decidono di presentarsi davanti al governatore per difendere Quadrato e manifestare senza alcuna paura la propria fede cristiana. Un gesto di grande coraggio per il quale entrambi erano consapevoli di andare in contro a una morte sicura. Ai due religiosi venne riservato lo stesso trattamento di Quadrato: vennero fatti prigionieri, torturati senza alcuna remora e decapitati. 



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