Ammetterete che dissentire da trenta milioni di clic non è semplice. E poi anch’io mi sono commosso, anch’io ho ricliccato. Dopo però mi sono fermato a guardare dentro di me un clic vero non informatico che era scattato, un qualcosa che non va.
Escludo – come ho letto – di aver paura che suor Cristina perda la vocazione. Saranno attrezzate, queste orsoline. Ha il vantaggio che non patirà le invidie delle consorelle come accade in ogni professione, anzi quello che non escludo è di avere invidia io, per cui mi dico: ok, Mauro, piantala di stare a spaccare il capello in quattro: arrenditi e parlane bene pure tu. Lo faccio: la sua canzone è la cosa meno interpretata che si possa ascoltare. È proprio suor Cristina. Bene. Avanti con i complimenti. C’è una ragazza di 25 anni che ha un dono e lo dona. Ma non si dice sempre i giovani di oggi? i bamboccioni? eccoli, cantano, ballano e donano il dono.
“Perché sei qui?” “ho un dono, ve lo dono”. Cavolo, è più madre questa di una madre con il figlio in braccio. “Sono una suora verissima”. Raffaella: non ci capisco più niente, evvai! Ricominciano le domande di senso e il cappello me lo levo davvero perché qui ci facciamo le domande che ormai vengono solo davanti allo Tsunami e alla mamma che uccide tre figlie: le domande che nascono dal dolore qui nascono dalla gioia, da una canzone a The Voice. Ce l’eravamo scordato che il senso della vita si trova anche nella gioia? male, e suor Cristina ce lo ricorda.
“Se avessi trovato te da bambino” dice J. Ax, uno che canta ohhh Maria, e non parla della Madonna ma della marijuana. E lei è emozionata di stare con lui e gli dice: “Mi hai trovata adesso!”. Mi hai trovata adesso! Questa frase viene diretta dal vangelo, domenica scorsa l’ha detta Gesù alla Samaritana: “sono io che ti parlo” (Gv 4,26).
Alla decima volta capisco il mio problema. Alle chiacchiere con i big non si parla della canzone ma del fatto che è suora. È giudicata per la voce o per l’abito? una religiosa, che lo si voglia o no, è giudicata per l’abito che porta e non per quella che è. Se una monaca va scalza quando nevica qualcuno rimane edificato e qualcuno ride, e il tutto per l’abito, senza conoscerla. Con lei succede questo. J.Ax ha ragione quando dice che quello che funziona è mettere assieme il diavolo e l’acqua santa, ma sbaglia quando dice che dovrebbe cantar con lui e perché lei, la fusione, l’ha già fatta. Suor Cristina è tutte e due: monaca e Alicia Keys.
Auguro a sr Cristina che il successo sia per la voce e non perché è suora, spero non sia una specie di Susan Boyle (che peralto ha dimostrato di essere bravissima e pure cattolica). Anche lei era un talent televisivo, anche lei segno di qualcosa: la bruttezza e la sfigataggine di vita redente da una voce meravigliosa. Sicuramente lei e suor Cristina rompono lo stereotipo “la suora sta in convento e le brutte sfigate stanno a casa”, però a me piacerebbe che l’entusiasmo fosse per la voce e basta.
A me piace Gaetano Scirea. Nessuno sapeva che era cattolico fino a quando è morto. Allora poi fai due più due, per come era corretto, per come faceva il capitano, per come chiudeva un attacco avvesario. Ho trovato il clic dentro. Il mio sogno è che J.Ax e Pelù girandosi dicessero che voce!, però guardando una ragazza carina normale (carina-cantante), che arriva a 30 milioni di dischi (non di clic: Cristina te li auguro, i dischi) e che magari in un’intervista lascia cadere che con il fidanzato ci sta provando a non fare sesso prima del matrimonio anche se, insomma, è dura.
Lo so, io sono un prete normale e forse non capisco tanto la vita religiosa. Papa Francesco dice che i religiosi devono fare cose che colpiscono, ma a me non piace che il mercoledì stia senza ombrello quando piove. Perché si prende l’influenza a stare bagnato un’ora prima dell’udienza e un’altra ora dopo. Io voglio che duri a lungo Papa Francesco e sono contento se − come sembra − cambia idea e usa l’ombrello.
Io sono stanco degli eroi, non voglio più intitolare aereoporti a Falcone e Borsellino. Il pensiero che siano gli eroi a combattere la mafia è dannoso: esime dall’impegno quotidiano. Nella Lettera a Diogneto si dice che “i cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per il territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti, perché i cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo”. Si parla dei primi cristiani. Cristina, Pelù, J.Ax &C parlano del fatto che una suora canta così, non solo della tua voce. A loro − tutto sommato − va bene che una cristiana sia una suora, non va bene che sia cristiana una cantante normale. E tu, Cristina, sei fantastica ma normale non sei.
Allora Mauro, era meglio se non cantavo? no Cristina: hai fatto bene perché ci hai ricordato che l’unico abito che portiamo è la gioia. Ma adesso mi piacerebbe che la voglia di cantare venisse alla cristiana “ragazza qualsiasi” che non è segno di qualcosa e che sarebbe ascoltata solo per quello che è. E questo sarebbe merito tuo.