Il 30 marzo, che oggi coincide con la quarta domenica di Quaresima, la Chiesa cattolica celebra San Leonardo Murialdo, sacerdote torinese fondatore della Congregazione di San Giuseppe che aveva lo scopo di avvicinare alla fede e alla carità cristiana i bambini orfani e abbandonati. Leonardo nacque nel 1828 a Torino, nono figlio di una famiglia agiata. Il padre morì quando lui aveva appena cinque anni e il lutto segnò profondamente la vita del santo che si prodigò sempre a fornire un sostegno morale a chi era stato privato dei genitori. Cresciuto in un contesto profondamente religioso, ricevette i primi rudimenti della sua istruzione scolastica in casa, poi all’età di otto anni proseguì i suoi studi presso il collegio degli Scolopi di Savona. Fu proprio durante il periodo del collegio che Leonardo scoprì di avere la vocazione per la vita sacerdotale e, una volta terminato il suo corso di studio, nel 1845, tornò a Torino dove si iscrisse alla facoltà di teologia del capoluogo. Nel 1851 fu ordinato sacerdote, ma la madre non poté assistere alla cerimonia perché era venuta a mancare l’anno precedente. Subito dopo l’ordinazione Leonardo fu assegnato all’Oratorio dell’Angelo Custode, nel povero quartiere torinese di Vanchiglia, dove si trovò spesso a prendersi cura di poveri e bimbi orfani. Erano quelli gli anni in cui nell’area torinese operava anche un altro grande sacerdote, Don Bosco, e fu proprio lui, vista la sensibilità di Leonardo, ad assegnargli nel 1857 la direzione dell’Oratorio di San Luigi, nella zona di Porta Nuova. Dopo essersi preso cura per anni dei giovani che frequentavano l’oratorio, don Leonardo sentì il bisogno di approfondire i suoi studi teologici e, nel 1865, si trasferì a Parigi, a Saint Sulpice, per un approfondimento teologico. Tornato a Torino l’anno seguente, venne incaricato della direzione del Collegio degli Artigianelli, un istituto che si occupava non solo di accogliere i ragazzi orfani e abbandonati, ma di fornirgli anche la giusta preparazione per avviarli a un lavoro. Potersi prendere cura dei giovani e pensare al loro futuro, fu da quel momento la principale attività del sacerdote: proprio per questo fondò la Confraternita Laicale di San Giuseppe che si occupava dei giovani e che coinvolgeva non solo religiosi ma anche laici. Estremamente impegnato nel sociale, voleva andare incontro alle esigenze degli strati più poveri della società torinese del tempo e organizzò una società di mutuo soccorso, l’Unione degli Operai Cattolici che doveva contribuire anche a renderli partecipi dei loro diritti di lavoratori. Proprio per gli operai, categoria allora sfruttata e sottopagata, fondò anche un giornale settimanale, La Voce dell’Operaio. Nel 1877 si ammalò gravemente, ma Don Bosco, che seguiva da lontano le sue attività, gli assicurò che non sarebbe morto e che sarebbe vissuto ancora a lungo. Una volta guarito, decise di creare delle colonie agricole per i suoi ragazzi. La prima sorse a Rivoli, ma il suo progetto si estese a diverse altre località piemontesi, ma vi era un cruccio che lo tormentava: la cronica situazione debitoria del Collegio degli Artigianelli. Furono moltissime le collette che organizzava e più volte attinse ai suoi capitali personali pur di salvare il collegio. Don Leonardo si ammalò di polmonite nel 1900 e fu proprio a causa della malattia che morì il 30 marzo di quell’anno. Venne sepolto nel cimitero comunale, ma già l’anno seguente le sue spoglie venivano traslate all’interno della chiesa di Santa Barbara. Leonardo Murialdo venne canonizzato nel 1970 e, nel 1971, il suo corpo fu trasferito a Borgo Vittoria nel Santuario della Madonna della Salute, dove è ancora oggi venerato.



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