Tra i Santi che la tradizione religiosa rimembra nel giorno 4 di marzo, è presente anche San Casimiro. Figlio del re della Polonia, il principe Casimiro nacque nell’ottobre del 1458 dalla coppia reale formata da Casimiro IV ed Elisabetta d’Austria. Già all’età di 15 anni il padre lo mandò in missione armata contro l’esercito di Mattia Corvino, che era il sovrano delle truppe ungheresi, in quest’occasione prima di arrivare ad affrontare la battaglia, Casimiro capì che il suo esercito l’ho aveva tradito disertando i suoi ordini e fu così che abbandonò la missione. Questo gesto venne visto come un affronto alla sovranità polacca e il padre lo fece rinchiudere per tre mesi nel castello di Dobzki, fu proprio in questo periodo che Casimiro decise che non avrebbe mai più condotto una missione armata. Le ambizioni a ruoli di palazzo o governativi, non erano nella natura del buon uomo che poneva sempre più la sua attenzione alla condizione delle persone povere, dei prigionieri e dei pellegrini che venivano perseguitati, molte infatti furono le segnalazioni che Casimiro fece al palazzo reale per far conoscere i maltrattamenti che la gente più povera subiva. Casimiro proprio per questa sua bontà innata decise di donare tutti i suoi beni alle persone in difficoltà e per questo gesto venne chiamato il difensore dei poveri. Così la sua vita si allontanò sempre più dal contesto imperiale, dedicando gran parte delle sue giornate alla preghiera e alle funzioni liturgiche della Chiesa, si narra che in alcuni giorni talmente preso dalla preghiera Casimiro dimenticava pure di cibarsi restando a pregare anche quando la Chiesa era chiusa.



La sua devozione per la Madonna lo convinse a rinunciare alle nozze con una figlia del”imperatore Fernando III di Castiglia, nozze programmate dalla nobiltà e arricchite dal buon rapporto che scorreva tra le due famiglie imperiali. Così proseguì la sua vita dedicando tutto il suo cuore alla preghiera e alle azioni di misericordia nei confronti dei più deboli, il suo rapporto con Dio si rafforzava di giorno in giorno, portando Casimiro a non avere nessun interesse per le vicende del palazzo di famiglia. La sua umiltà d’animo raggiunse il culmine nel momento in cui egli rifiutò la corona d’imperatore offertagli dal padre, la sua presenza all’interno dei palazzi reali aveva lo scopo di mettere in evidenza le condizioni dei poveri e dei maltrattati, al fine di persuadere il padre per migliorare la vita dei più deboli. 



Si narra che in più occasioni si oppose all’imperatore, richiamandolo ai principi di moralità e misericordia. Casimiro morì malato di tubercolosi nel 1484 alla giovane età di 26 anni, molti sono gli episodi che richiamano al miracolo avvenuti davanti alla sua tomba, per questo motivo il re Sigismondo decise di far conoscere la sua storia al Papa Leone X, che nel 1521 lo riconobbe Santo e protettore delle terre di Polonia e Lituania, ma la sua canonizzazione ufficiale avvenne nel 1602 per opera del pontefice Clemente VIII. Il suo riconoscimento come Santo festeggiato si estese a tutta la chiese intorno al 1621, tra le comunità che più lo onorano ricordiamo i polacchi e lituani che all’epoca erano emigrati in America. Tra i simboli che lo identificano il giglio è il più rappresentativo poiché simboleggia la castità che accompagnò la vita San Casimiro, che oggi rappresenta la battaglia contro le tentazioni carnali.

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