Il 6 marzo la Chiesa cattolica celebra Santa Coletta Boylet, originaria di Corbie, località situata in corrispondenza dell’attuale territorio belga. Nicoletta (chiamata familiarmente Colette), nacque il 13 gennaio 1381 da Roberto Boylet, carpentiere di professione, e dalla moglie Caterina. La coppia aveva tentato per anni di dare alla luce un figlio e, quando le speranze sembravano essersi ridotte al lumicino, arrivò sorprendentemente il lieto annuncio della gravidanza. La nascita di Nicolette viene attribuita all’intercessione di San Nicola, patrono di Bari, da cui la Santa prende appunto il nome in suo onore. L’esperienza religiosa di Nicolette comincia già a 18 anni, in concomitanza con la scomparsa dei suoi genitori, anche se inizialmente si rivela un percorso molto impervio. E’ costretta infatti a cambiare vari monasteri: dall’Ordine delle Beghine a quello delle Clarisse, passando per le Benedettine fino a terminare il suo “viaggio” tra le Terziarie Francescane. A questo punto intraprende l’ardua scelta della reclusione, presso una cella situata nella sua città natale. La prima svolta avviene a 25 anni quando Nicolette, consigliata dal francescano Enrico di Baume, fa il suo ritorno tra le Clarisse con la missione di riformare gli Ordini Istituiti da San Francesco d’Assisi. Due anni più tardi, nel 1406, Pedro de Luna, l’antipapa noto col nome di Benedetto XIII, le conferisce il velo autorizzandola alla riforma dei monasteri dell’ordine oltre che alla fondazione di nuovi. Il contesto storico nel quale si svolge la vita di Nicolette è quello relativo allo scisma d’Occidente, in cui vari cardinali, riconosciuti in modo differente dai singoli Stati Europei, eleggono papi e antipapi. Pedro de Luna è l’oppositore del papa romano Gregorio XII, successo proprio nel 1406 ad Innocenzo VII. Le controversie si placano con il Concilio di Costanza e la rinuncia conseguente di Gregorio XII all’autorità papale conferitagli dalla chiesa romana, in un momento in cui si arrivò a contare addirittura tre diversi personaggi tra papi e antipapi. Con la nomina di Martino V, l’11 novembre 1417, la sede papale ritorna a Roma dopo esser stata trasferita ad Avignone per circa quarant’anni. A sostenere i rispettivi contendenti, ovvero gli Avignonesi da una parte e il papa romano dall’altra, ci furono personaggi che in seguito verranno nominati Santi, come Caterina di Svezia e Caterina da Siena a supporto dell’autorità romana, e Vincenzo Ferreri che assieme a Nicolette appoggiava Pedro De Luna. La Santa inizialmente non riesce a portare a termine i compiti di riforma affidategli dall’antipapa, e vede i primi frutti del suo lavoro soltanto quattro anni dopo, quanto nel 1410 rinnova il monastero di Besançon, il primo di una lunga serie che in totale arriva a diciassette.
Tra le novità più significative apportate da Nicolette c’è il ritorno alla povertà senza alcuna attenuante di sorta, un intenso cammino di preghiera sia solitaria che in comunità e uno spirito di abnegazione penitenziale volto al comune intento di tenere unita la Chiesa. Nel corso della sua missione rinnovatrice, la Santa conquista il consenso e l’ammirazione popolare per via del buon esempio che riusciva a portare sia all’interno che all’esterno del monastero. Tra coloro i quali hanno narrato le sue gesta, emergono caratteristiche e peculiarità che l’hanno condotta sulla via della santità. Nicolette viene ricordata come un’abile scrutatrice delle coscienze umane, le vengono attribuite profezie e miracoli tra cui addirittura alcune resurrezioni. La riforma portata a termine dalla Santa trova l’approvazione ufficiale nel 1434 ad opera del Ministro Generale Francescano, per poi essere ratificata nel 1458 da Papa Pio II. La sua vita giunge al termine nel 1447 a Gand, dove si spegne presso uno dei monasteri che lei stessa aveva rifondato. Circa tre secoli dopo, nel 1740, il papa Clemente XII, 246esimo vescovo di Roma, proclama la sua beatificazione che prelude alla canonizzazione avvenuta il 24 maggio del 1807 per opera di Papa Pio VII, massima autorità ecclesiastica fino al 1823.