Nessun arresto, ma comunque una notizia importante in quel vuoto assoluto che circonda da anni la morte della povera Yara Gambirasio. Il dna dell’autista di Gorno, morto nel 1999, combacia al cento per cento con il dna trovato sui resti della ragazzina (una compatibilità del 99,99999987): l’assassino è davvero il figlio di Giuseppe Guerinoni, purtroppo un figlio illegittimo in quanto il dna dei figli riconosciuti non è lo stesso. Nonostante la buona notizia, che almeno eviterà altre estenuanti ricerche di dna dopo le migliaia fatte in questi anni, non si sa se mai si riuscirà a trovare il colpevole, a lungo già cercato dagli inquirenti. Questa ultima notizia arriva dopo l’ultimo raffronto effettuato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo; già in precedenza altri esami effettuati all’università di Tor Vergata avevano dato risultati analoghi.
La notizia che il killer di Yara Gambirasio è una persona precisa anche se sarà difficilissimo risalire a lui, è una piccola svolta nelle indagini sulla morte della ragazza. Proprio alcuni giorni fa i genitori di Yara avevano parlato con la stampa, dicendo che nonostante la pochezza di risultati raggiunti dalle indagini loro non si rassegnano, anche perché oltre al proprio desiderio di giustizia hanno giustamente paura che quella persona possa uccidere di nuovo. “L’unica cosa che possiamo fare è non rassegnarci e continuare a avere fiducia nella giustizia: perché il killer di nostra figlia non può farla franca” aveva detto il papà Fulvio. Un uomo di grande dignità e serenità nonostante tutto: “Siamo qui, aspettando che ci dicano chi ce l’ha portata via e perché. Certo, dopo tutto questo tempo ogni giorno che passa è sempre più duro”. La madre Maura invece sottolineava la paura di un killer ancora a piede libero: La persona che ha ucciso nostra figlia è ancora in giro, potrebbe colpire un’altra volta. Dopo oltre tre anni, con tutto lo sforzo che viene messo nelle indagini, ma che non è bastato, aspettiamo che chi sa si faccia avanti senza paura. Per aiutare gli investigatori a risolvere il caso. E assicurare il colpevole alla giustizia”.