Se ne discute da almeno un paio di anni e il Vaticano era già intervenuto dichiarando quel piccolo pezzo di papiro un falso. Nuovi studi approfonditi eseguiti da diverse università americane tra cui Harvard dicono invece che non si tratta di un falso, ma di un autentico pezzo di papiro scritto in lingua copta e risalente a un periodo compreso tra il primo e l’ottavo secolo dopo Cristo. Il che non vuol dire che quanto vi sia scritto corrisponda a verità. E’ il famoso “vangelo della moglie di Gesù” in cui si legge fra le altre cose: “Mia moglie… che sarà anche mia discepola”. A parlare sarebbe Gesù. Studi scientifici approfonditi con una tecnica spettroscopia a micro-Raman ha determinato che il carbone dell’inchiostro del papiro corrisponde a quello di altri papiri identificati in un periodo storico che va dal primo all’ottavo secolo dopo Cristo. Si era infatti a lungo speculato che il papiro fosse un falso scritto in epoca moderna, era questa la posizione del Vaticano, anche perché nell’iscrizione ci sono diversi errori di ortografia che un nativo copto, dicono, non avrebbe mai fatto. Karen King dell’università di Harvard ha preparato una relazione pubblicata dalla rivista Harvard Theological Review in cui sottolinea come questi risultati non significhino che quanto scritto sul papiro corrisponda a verità, ma che alcuni dei primi cristiani effettivamente scrissero queste cose: “Non è la dimostrazione che Gesù ha avuto una moglie o che tra i discepoli ci fossero donne. Ma adesso si può concludere con qualche certezza che tra i primi cristiani c’erano discussioni attive su celibato, sesso, matrimonio e discepolato”. Aggiungendo che “il significato principale del testo è affermare che donne che erano madri e mogli potevano essere anch’esse discepole di Gesù, un argomento assai discusso nell’antica cristianità” ha detto la professoressa. Un altro professore di Harvard, Leo Depuydt, non ha dubbi che si tratti di un falso perché oltre agli errori grammaticali il testo è praticamente identico a quello cosiddetto del Vangelo di Tommaso, un testo paleocristiano scoperto nel 1945, dunque non può essere una coincidenza.