Sant’Innocenzo da Tortona, santo che viene celebrato il 17 aprile, commemorando il giorno della sua morte, fu un vescovo, ma prima dovette subire le feroci persecuzioni di Diocleziano, intorno al III secolo dopo Cristo. Quando però fu libero di professare la sua fede, grazie alle sue ricchezze e alla sua munificenza rese grande Tortona e la sua diocesi. Tortona è il luogo in cui il santo ancora oggi è particolarmente venerato: si tratta di un comune che si trova in provincia di Alessandria e ancora oggi è sede vescovile. Molti dei reperti architettonici che risalgono ai primi secoli del cristianesimo ricordano quanto fece per la città Sant’Innocenzo. Questi, nato nel 285, apparteneva ad una nobile famiglia del posto; alcuni agiografi sostengono fosse della gens Quinzia. Questa famiglia abitava nei pressi del fiume Grue, tanto che oggi la vallata ha preso il nome di Valle di Sant’Innocenzo. Essa si distinse inoltre per il suo impegno attivo nella difesa dei cristiani che dovevano subire le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, ma questi si vendicò spogliandola di ogni suo bene ed imprigionando lo stesso Innocenzo nel 303, quando non era che un ragazzo di 22 anni. A seguito dell’emanazione dell’Editto di Costantino, nel 313 d.C., la religione cristiana fu dichiarata legittima e non più fuorilegge, così che Innocenzo poté tornare in possesso dei suoi beni, che ancora una volta però impiegò per beneficare la sua comunità. Innocenzo restò a Roma, dove si era recato per intercedere presso il papa e dove fu ordinato diacono, per alcuni anni; poi tornò a Tortona, nel 325, dove, come vescovo, si impegnò attivamente per riorganizzare la Chiesa locale e per combattere il paganesimo.
Molte sono le opere edilizie che si legano al suo nome: ad esempio, la Basilica che si ergeva sul colle della città, che purtroppo è andata distrutta nel 1600 e dove Innocenzo stesso venne sepolto. Con la collaborazione di sua sorella, egli edificò un monastero, quello che oggi è chiamato di Sant’Eufemia; costruì il battistero alle pendici del colle, perché vicino alle sorgenti di acqua; e ancora fece erigere la Chiesa dei Dodici Apostoli, la Chiesa di Santo Stefano, la cattedrale fuori porta Ticinese. L’episodio miracoloso cui maggiormente si lega la memoria del santo vescovo riguarda il ritrovamento delle reliquie di un altro vescovo, san Marziano, che era stato martirizzato e il cui corpo non fu mai più ritrovato. Sant’Innocenzo invece riuscì a recuperarne le spoglie grazie alla visione avuta da un prete, e le seppellì più degnamente costruendo attorno al sepolcro una grande abbazia. Sant’Innocenzo morì infine il 17 aprile del 353: era stato vescovo per 28 anni, e aveva ben guidato il suo gregge. Oggi la città di Tortona lo ricorda e venera, anche grazie al ciclo di affreschi che ricorda la sua vita e che si trova nella sacrestia della cattedrale della città.