E’ cosa comune, nel periodo pasquale, sostenere che l’idea della resurrezione di Cristo non è stata altro che un “furto” da parte dei cristiani da miti e leggende pagane. Lo sostengono gli atei che regolarmente vanno alla carica nel periodo pasquale accusando i cristiani di non avere avuto alcuna idea originale, per sottolineare dal loro punto di vista l’inesistenza stessa della resurrezione. Ha affrontato in modo approfondito l’argomento la dottoressa Candida Moss, docente di NuovoTestamento e antica cristianità all’università americana di Notre Dame. La professoressa ha presentato un editoriale sull’argomento alla Cnn, intitolato “Don’t believe the hype”, non credete ai pettegolezzi. Il primo punto affrontato dalla Moss, e uno dei più quotati da parte degli atei, è che la Pasqua prende il posto di una celebrazione pagana dello stesso periodo. Le parole “Easter” (Pasqua in inglese) e “ishtar” (la dea dell’amore e della fertilità e quindi della nascita per gli antichi babilonesi) che gli atei dicono avere la stessa origine, in realtà non hanno nulla in comune dal punto di vista linguistico: “ishtar” è lingua accadica, un linguaggio semitico afroasiatico, “easter” è puramente anglo sassone. Le radici pagane dunque della Resurrezione cristiana, intesa come un fatto unico e rubato dai cristiani, come sostengono in molti, non esistono. Secondo la docente, questa idea non è affatto unica, ma molto comune, ma la differenza è che Cristo tornò di proposito dalla morte per non morire mai più una seconda volta, a differenza dei tanti miti ancestrali. L’altra differenza fondamentale da certi miti, è che questi dei che tornarono dalla morte, erano esseri umani, mentre Gesù era già il figlio di Dio quando era un essere umano, come Lui aveva sempre proclamato. C’è poi da chiedersi, in una epoca e in una regione precisa, Israele, cosa i seguaci di Gesù sapessero di questi miti, quando è risaputo che gli ebrei di allora consideravano ogni tipo di insegnamento greco, romano o di altre religioni come qualcosa da ignorare totalmente, dunque non potevano essere granché al corrente di queste storie. Infine un ragionamento molto semplice: il fatto che ci siano storie simili alla resurrezione di Gesù, non significa che la resurrezione di Gesù non sia realmente accaduta, significa solo che l’idea della resurrezione dao morti non è solo una idea cristiana, ma comunque all’uomo di ogni tempo. Il concetto da chiarire, dice la Moss, è il fatto che una cosa per essere vera debba essere totalmente unica: non è così, dice. Il ritorno di Gesù dai morti, poi, fu una delle primissime cose che i cristiani annunciarono e resero disponibile, prima ancora del resto della storia di Gesù. 



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