Si chiamava Roberto Calenda l’uomo con le mani legate dietro la schiena trovato impiccato a una scala antincendio dell’Istituto comprensivo “Pavese” a Napoli. L’uomo, 35enne, era un tossicodipendente incensurato (a suo carico soltanto una denuncia che risale a molto tempo fa). Secondo gli investigatori, forti del responso del medico legale, si sarebbe suicidato. Gli pensano infatti che potrebbe essere stato lui stesso, dopo aver scavalcato il cancello, a stringersi i polsi con una fascetta. Il cadavere è stato portato via dalla polizia mortuaria; all’istituto sono arrivati alcuni parenti di Calenda che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
L’istituto comprensivo Pavese di Napoli (via Domenico Fontana, nel quartiere del Vomero) si trasforma in casa degli orrori. Questa mattina è stata rinvenuto, all’interno della scuola, il cadavere di un uomo impiccato, con le mani legate dietro la schiena. La vittima, un adulto sui 40 anni, era appesa in una scala antincendio dell’edificio – che comprende una sezione per l’infanzia, la scuola primaria e la secondaria –, chiuso un questi giorni per le vacanze di Pasqua. Sono intervenuti per primi gli agenti del commissariato Arenella e ora si attende che il lavoro del medico legale volga al termine per stabilire le cause della morte. Non è infatti ancora stato chiarito se la morte dell’uomo sia dovuta proprio all’impiccagione o se sia stato ucciso altrove e poi esposto nell’istituto.