Una donna di 37 anni è morta in seguito ad arresto cardiaco dopo essersi recata all’ospedale Martini di Torino per ricevere la pillola abortiva. Il decesso è stato confermato dalla direzione dell’ospedale. La donna, Anna Maria, è la prima vittima della pillola abortiva in Italia. Il dottor Silvio Viale, padre dell’aborto farmacologico, ha commentato la vicenda spiegando che tra gli effetti collaterali della RU486, nota anche come mifepristone, non c’è l’arresto cardiaco, e che quindi con ogni probabilità la morte è stata provocata dall’utilizzo di sedativi. Come spiega però Monty Patterson, padre di Holly, la prima donna americana morta per l’utilizzo della pillola abortiva nel 2003, la RU486 è quasi sempre associata alla somministrazione di misoprostolo, che induce le doglie del parto provocando violente contrazioni nella donna per consentirle di espellere l’embrione. Tra gli effetti collaterali del misoprostolo c’è appunto l’arresto cardiaco, tanto è vero che il suo utilizzo a fini abortivi non è approvato dalle autorità farmaceutiche Usa, eppure è entrato nella pratica medica di numerosi Paesi.



Che cosa ne pensa della vicenda di Anna Maria, la prima donna italiana morta in seguito all’utilizzo della pillola abortiva?

La prima cosa che voglio dire è che mi sento molto triste per la famiglia della donna che è morta. In secondo luogo, vorrei osservare che i media italiani hanno sprecato un’opportunità molto importante connessa ai protocolli abortivi relativi a RU486 e misoprostolo. Il dibattito è concentrato esclusivamente sulla RU486, la quale però non può funzionare senza misoprostolo.



Quali sono gli effetti del misoprostolo?

Il suo effetto è quello di indurre il travaglio del parto ed è molto importante nel protocollo sulla pillola abortiva. I media non parlano del misoprostolo, ma solo dell’RU486 che negli Stati Uniti e in Francia è il farmaco approvato dalle autorità per l’aborto. La RU486 da sola però nel 20% dei casi non consente di portare a termine l’aborto, e combinandola quindi con un altro farmaco, il misoprostolo, si aumenta l’efficacia del protocollo.

Come valuta le dichiarazioni di Silvio Viale, il “padre” della RU486?

Il dottor Viale ha dichiarato che non esiste alcuna evidenza scientifica in base a cui la RU486 potrebbe provocare un attacco cardiaco. Infatti i problemi al cuore sono provocati dal misoprostolo, che come effetto collaterale può appunto provocare un attacco cardiaco.



Perché il misoprostolo, pur essendo ampiamente utilizzato, è così poco conosciuto dall’opinione pubblica?

Tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, nessuno vuole parlare di quanto sia pericoloso il misoprostolo. Quest’ultimo per indurre le doglie del parto provoca nelle donne contrazioni estremamente violente, in modo da provocare l’espulsione dell’embrione. La stessa RU486 può essere molto pericolosa, in quanto ha causato l’infezione che ha portato mia figlia alla morte.

 

Il misoprostolo è approvato dalle autorità sanitarie dei principali Paesi occidentali?

L’utilizzo a fini abortivi del misoprostolo non è approvato dalle autorità sanitarie americane, eppure nella pratica medica è associato alla RU486 per aumentare le probabilità di “successo” dell’aborto farmacologico. Tutto ciò però non è conosciuto, tanto è vero che Silvio Viale si è spinto fino a ipotizzare che a causare la morte della 37enne italiana sia stato l’utilizzo dei sedativi. Su questo sono tanti i punti che non tornano.

 

A che cosa si riferisce?

La domanda che sorge spontanea è perché sia stato necessario utilizzare dei sedativi, come il Tylenol, nell’aborto farmacologico. La stessa Ansa ha scritto che probabilmente la morte della 37enne è stata provocata dai sedativi, che avrebbero causato un arresto cardiaco. La donna si è recata in ospedale mercoledì per ricevere la RU486, quindi è tornata venerdì per assumere un secondo farmaco. Possibile che nessuno si sia chiesto quale fosse questa seconda medicina e in quali dosi sia stata assunta dalla donna? Un’altra questione aperta è la via attraverso cui la donna ha assunto il misoprostolo.

 

Per quale motivo l’aborto farmacologico è accompagnato dall’uso dei sedativi?

Il misoprostolo provoca un dolore molto intenso nella donna, e uno dei modi più praticati negli Stati Uniti per ridurre la sofferenza della donna è quello di somministrarle Tylenol. Quest’ultimo di solito è preso dopo il misoprostolo, e non si comprende quindi come si possa imputare l’attacco cardiaco ai sedativi, i quali sono somministrati quando la donna inizia ad avvertire il dolore. Si tratta di domande sulle quali l’industria dei farmaci abortivi non vuole gettare luce, perché non vuole che si sappia che la ragione per cui la donna italiana ha avuto l’attacco cardiaco è stata probabilmente il misoprostolo.

 

(Pietro Vernizzi)