Il 22 aprile si festeggia la memoria di San Sotero, il dodicesimo papa cristiano, vescovo della Chiesa Romana dal 166 al 175. Di Papa Sotero non sono pervenute tante notizie fino ai giorni nostri, infatti la data della sua nascita rimane incerta e attestabile ai primi decenni del II secolo dopo Cristo. Nacque a Fondi, nell’attuale provincia di Latina, da una famiglia di origini elleniche. Di lui non si sa nemmeno quando fu canonizzato, dal momento che nel Calendario Universale il suo nome non è più presente. Sotero viene ricordato come il “Papa della Carità”, vista la sua opera volta a fornire sostegno economico alle chiese lontane da Roma. Secondo le informazioni giunte sino ai giorni nostri, all’indomani della sua elezione in qualità di pontefice, Sotero indisse una raccolta di denaro, destinato alla chiesa di Corinto, nella Grecia Meridionale. Per l’occasione il papa decise di scrivere una lettera in nome della Chiesa Romana, che secondo alcune fonti è andata perduta, mentre secondo il teologo tedesco Adolf von Harnack sarebbe da identificarsi con la “Seconda Epistola di Clemente”. Il documento che invece è riuscito a resistere nei secoli è la lettera di ringraziamento del vescovo di Corinto, Dionisio, inviata in risposta all’avvenuta ricezione delle sovvenzioni ricevute. L’intento di Sotero era quello di far svolgere alla Chiesa di Roma il ruolo di soccorritrice delle altre diocesi cristiane, in nome del messaggio Evangelico che predicava amore e carità nei confronti del prossimo. Intenzione da cui deriva appunto l’appellativo di Papa della Carità. In quel preciso periodo storico, il credo cristiano non era ben accetto dal governo romano, anche se veniva in un certo qual modo tollerato sebbene le persecuzioni contro i fedeli erano all’ordine del giorno. L’imperatore infatti, non faceva alcuna distinzione tra i cristiani cosiddetti ortodossi e quelli definiti eretici, entrambi colpevoli di minare il culto ufficiale degli dei riconosciuti dall’impero. Secondo le memorie di Tertulliano, Marco Aurelio emise un editto di ‘tolleranza’ nei confronti dei cristiani, in seguito a un avvenimento quasi miracoloso occorso in occasione della campagna contro i Quadi, risalente al 174. Lo scrittore e apologeta cristiano narra infatti che mentre una legione romana stava per essere sopraffatta dai nemici, a causa di una grave siccità, un gruppo di cristiani si mise a pregare intensamente. Pochi istanti dopo, come se qualcuno dall’alto avesse dato ascolto alle loro preghiere, si scatenò una tempesta tale da annientare l’esercito nemico frastornato da tuoni e fulmini e rigenerare le truppe romane, che trionfarono sul nemico. Sebbene l’accaduto sia stato storicamente accertato, pare improbabile che il merito della pioggia scrosciante sia stato attribuito al dio Cristiano e non a una divinità Romana, come Giove Pluvio. Inoltre non compare in nessun’altra fonte la possibilità di un editto di ‘tolleranza’ nei confronti del popolo cristiano. Ad ogni modo, tra le opere attribuite a papa Sotero si può ricordare la dichiarazione solenne di validità del matrimonio, solamente se effettuata da un sacerdote, che attraverso la sua benedizione dava all’unione coniugale il valore di Sacramento. Sotero nel corso del suo pontificato cercò di mantenere buoni rapporti coni cristiani appartenenti alla Chiesa Cristiana d’Oriente: all’epoca venivano considerate tali le diocesi presenti al di là del Mare Adriatico.
Proprio in quegli anni prendevano piede le teorie eretiche Montaniste, e il papa cercava a ogni costo di tenere unita la Chiesa di Roma, facendo fronte all’autorità repressiva dell’imperatore Marco Aurelio che non semplificava il compito già di per sé arduo. Papa Sotero ripristinò anche alcune funzioni che negli anni precedenti vennero proibite alle Diaconesse, ovvero le donne che si prendevano cura dei malati e dei poveri, svolgendo in aggiunta degli uffici liturgici. Diede loro la facoltà di poter toccare patena (piccolo piatto circolare) e calice, oltre a bruciare l’incenso in occasione delle cerimonie. Non vi sono prove storiche che testimoniano la sua morte in qualità di martire cristiano, e non si hanno notizie certe nemmeno sul luogo della sepoltura. Tradizioni discordanti affermano che le sue reliquie siano state deposte presso il cimitero di San Callisto a Roma, o sotterrate vicino alla Tomba di San Pietro, che attualmente si trova nelle Grotte Vaticane.