In occasione delle celebrazioni del 25 aprile, 69esimo anniversario della Liberazione (leggi qui sotto per sapere perchè si festeggia e cosa si celebra il 25 Aprile), sono tante le poesie che possono essere ricordate. Scrive ad esempio il poeta Alfonso Gatto: “La chiusa angoscia delle notti/il pianto delle mamme annerite sulla neve/accanto ai figli uccisi, l’ululato/nel vento, nelle tenebre, dei lupi/assediati con la propria strage/la speranza che dentro ci svegliava/oltre l’orrore le parole udite/dalla bocca fermissima dei morti/“liberate l’Italia, Curiel vuole/essere avvolto nella sua bandiera”:/tutto quel giorno ruppe nella vita/con la piena del sangue, nell’azzurro/il rosso palpitò come una gola./E fummo vivi, insorti con il taglio/ridente della bocca, pieni gli occhi/piena la mano nel suo pugno: il cuore/d’improvviso ci apparve in mezzo al petto”. Recita invece il testo de “La farfalla” di Pavel Friedman, un giovane morto il 29 settembre 1944, poco più che ventenne, nel campo di concentramento di Auschwitz: “L’ultima, proprio l’ultima/di un giallo così intenso, così/assolutamente giallo/come una lacrima di sole quando cade/sopra una roccia bianca/così gialla, così gialla,/l’ultima,/volava in alto leggera,/aleggiava sicura/per baciare il suo ultimo mondo./Tra qualche giorno/sarà già la mia settima settimana/di ghetto:/i miei mi hanno ritrovato qui/e qui mi chiamano i ‘fiori di ruta/e il bianco candeliere del castagno/nel cortile./Ma qui non ho visto nessuna farfalla./Quella dell’altra volta fu l’ultima:/le farfalle non vivono nel ghetto”.



Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto le celebrazioni del 25 aprile, 69esimo anniversario della Liberazione, con la deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria (leggi qui sotto per sapere perchè si festeggia e cosa si celebra il 25 Aprile). In questa giornata, che simboleggia la fine della seconda guerra mondiale in Italia e dell’occupazione nazista e del ventennio fascista, sono tante la frasi, gli aforismi e i passaggi tratti da libri e film che hanno descritto e raccontato questo periodo storico: “Avevo Due Paure – ha scritto il partigiano Giuseppe Colzani – La prima era quella di uccidere/La seconda era quella di morire/Avevo diciassette anni/Poi venne la notte del silenzio/In quel buio si scambiarono le vite/Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa/Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa/Poi spuntò l’alba/Ed era il 25 Aprile”. Disse invece Giuseppe Ungaretti: “Qui vivono per sempre/gli occhi che furono chiusi alla luce/perché tutti li avessero aperti/per sempre alla luce”. Anche Enzo Biagi definì il 25 aprile “una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita”. Come dimenticare poi il testo di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori: “Viva l’Italia, l’Italia che lavora, l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora [..] l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste”.



Si festeggia il 25 aprile 2014 il sessantanovesimo anniversario della liberazione d’Italia, un giorno che simboleggia la fine della seconda guerra mondiale nel Paese e quindi anche dell’occupazione nazista e del ventennio fascista. La festa della liberazione rappresenta anche l’inizio di un nuovo percorso che porterà l’Italia al referendum del 2 giugno 1946 e alla nascita della Repubblica Italiana. Il 25 aprile del 1945 vennero in particolare liberate Milano e Torino: alle 8 del mattino di quel giorno, infatti, l’esecutivo del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia annunciò l’insurrezione e la condanna a morte per i gerarchi fascisti. Tra questi anche Benito Mussolini, che venne fucilato tre giorni dopo. La Festa venne istituita inizialmente per il 1946, ma divenne ufficialmente festa nazionale dal 1949 attraverso la legge n. 260 (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive”). Ogni anno, nella giornata del 25 aprile, non mancano puntualmente le polemiche: due anni fa ad esempio, fecero discutere i manifesti inneggianti alla Repubblica di Salò esposti nelle strade di Roma, alcuni attaccati anche sugli spazi pubblicitari del Comune. La citazione riportata (“25 aprile 1945-25 aprile 2012. Gli eroi son tutti giovani e belli. Ai ragazzi di Salò”) provocò la reazione del cantautore Francesco Guccini, il quale si disse “tirato verso una direzione che mai avrei voluto. Non solo la mia canzone La locomotiva non è stata compresa, direi che è stata davvero maltrattata”. Lo stesso anno, fu il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace, a scrivere su Facebook: “Bersani ha colto l’occasione del 25 aprile per scrivere una lettera agli iscritti del suo partito. Si è dimenticato di farlo in un’altra occasione, il 10 febbraio, quando l’Italia era chiamata a celebrare i caduti delle Foibe. Preferì andarsene in Tunisia, in quei giorni, e nessuno lo richiamò ai suoi doveri. Nemmeno l’associazione partigiani”. Poi, intervenuto a “Un Giorno da Pecora”, Storace spiegò come avrebbe trascorso la giornata del 25 aprile: “Ne approfitterò per riposare, visto che è una giornata in cui non si lavora. Starò con la famiglia e dormirò a lungo”. I conduttori quindi gli chiesero: “Non festeggerà la liberazione?”. “Non c’è nulla da festeggiare”, rispose Storace.

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