Condanne parzialmente annullate, processo da rifare. La sentenza della Corte di cassazione fa ovviamente scoppiare la rabbia dei familiari delle vittime del rogo della azienda Thyssen e riapre un spiraglio per i condannati in primo grado. Secondo la corte infatti si trattò di omicidio colposo quindi le pene inflitte sono troppo pesanti rispetto alla gravità dei fatti e bisogna fare un nuovo processo. Furono sette gli operai che morirono nella notte tra il 6 e il 7 dicembre del 2007 nel rogo della Thyssen. Cade dunque l’accusa di omicidio volontario che era stata contestata all’ex amministratore delegato Harald Espenhahn. Si tratterebbe invece di omicidio colposo con l’esclusione di omissioni dolose di cautele sugli infortuni. Ecco la sequenza delle condanne: l’ex amministratore delegato Harald Espehnhan in primo grado era stato condannato a 16 anni e mezzo di carcere, condanna ridotta in secondo grado a 10 anni, mentre gli altri dirigenti e manager dell’azienda erano stati condannati a pene tra i sette e i nove anni. Restano le accuse per tutti loro di non aver adeguato le norme di sicurezza dell’azienda. Esplode la rabbia dei familiari in aula alla lettura della sentenza.