Il 3 aprile la Chiesa cattolica rende omaggio a San Riccardo di Chichester, dal nome del vescovado cui fu a capo nel corso del tredicesimo secolo. Inglese, nato intorno al 1197 nella contea di Worcester, nel castello di Wich, Riccardo fu il secondo figlio di di genitori ricchissimi caduti in disgrazia nel corso della sua infanzia. Trascorse gli anni della giovinezza a tentare di ricostruire il patrimonio di famiglia perduto per poter permettere al fratello primogenito, imprigionato a causa dei debiti dei genitori, di essere di nuovo libero. Dopo esserci riuscito si dedicò agli studi, frequentando le più importanti università dell’epoca fino a diventare lui stesso insegnante di giurisprudenza. Legatosi da profonda amicizia e assoluta fedeltà a S. Edmondo, arcivescovo di Canterbury, prima accettò da lui la carica di cancelliera e poi lo seguì in esilio per decidere alla sua morte di dedicarsi ai nuovi studi di teologia, che effettuò ritirato nel monastero di Orlèans. Al capezzale del suo mentore Edmondo ricevette, custodendolo poi per tutta la vita, un calice che, leggenda narra, lo invogliò a farsi prete. Presi voti come frate domenicano, Riccardo decise di rientrare in Inghilterra e cominciò la sua nuova vita come pastore di una piccola comunità che gli era stata destinata da S. Edmondo quando era in vita. Memore però dell’ottimo lavoro fatto con Edmondo, il nuovo arcivescovo gli offrì lo stesso ruolo di cancelliere già svolto in precedenza, e decise, una volta morto il vescovo di Chichester, di offrire a Riccardo la carica vacante, il quale accettò con entusiasmo e con la grande devozione che lo accompagnò in tutta la sua vita. Quello che però l’arcivescovo non aveva previsto era che per la stessa carica il re in persona avesse già indicato un suo favorito, persona indegna e non adatta al ruolo. Iniziarono allora gli scontri tra il re Enrico III e tutti coloro che appoggiavano la carica di Riccardo, il quale non esitò in tale occasione di appellarsi direttamente al papa Innocenzo IV, il quale decretò con bolla papale che il ruolo di Vescovo di Chichester sarebbe stato affidato a Riccardo. Ma questa decisione non fece che aumentare le ire del re, che espropriò a Riccardo tutti i suoi beni costringendolo ad andare a vivere ospite del parroco di Tarring, nel Sussex, e a fare affidamento sulla comunità per i pasti: ciononostante, Riccardo continuò con abnegazione il suo lavoro di pastore recandosi presso le famiglie della comunità, spostandosi a piedi e godendo del poco tempo libero a sua disposizione lavorando la terra.
Dopo una vera e propria persecuzione durata due anni, tra le vessazioni e le angherie degli ufficiali del sovrano, Riccardo, complici le pressioni del Papa e dei vescovi inglesi su Enrico III, riottenne i suoi beni e poté concentrarsi sui propri fedeli, cominciando con il sostegno delle rinnovate possibilità economiche a elargire donazioni agli indigenti, occupandosi dei malati e dei poveri, dei bisognosi e dei più emarginati. Alle obiezioni del fratello maggiore, che gli fece in più di un’occasione presente che le finanze, così gestite, si sarebbero presto esaurite, Riccardo rispose che sarebbe stato meglio liberarsi di tutti i propri averi. Nel corso della sua vita fece costruire dei ricoveri per i meno fortunati e fu talmente generoso con gli altri, arrivando addirittura ad offrire il proprio aiuto anche a coloro che provavano vergogna nel chiederlo, che con il tempo venne ricompensato da miracoli, come la moltiplicazione del pane da lui stesso benedetto con il quale riuscì a sfamare addirittura 3100 poveri. Ma quanto fu generoso con i bisognosi, tanto fu inflessibile con chi lo meritava e con chi chiedeva favori per i propri favoriti: a nulla servivano le pressioni influenti, Riccardo rimase fino alla fine integerrimo e cristallino. Inoltre, accettò l’incarico di dedicarsi ai viaggi per sensibilizzare la propria diocesi alle campagne delle crociate, cercando aiuto pratico e preghiera per la sfortunata spedizione papale contro l’Egitto. Sarà proprio in uno di questi viaggi che il corpo del Santo, già debilitato dal cilicio e dai frequenti digiuni, venne assalito dalla febbre. Sentendosi ormai vicino alla morte, Riccardo organizzò lui stesso il funerale, quindi spirò il 3 aprile 1253, dopo aver raccomandato la sua anima a Dio e alla Madonna. Sepolto inizialmente nella Basilica di Cichester, dopo la canonizzazione, avvenuta solo nove anni dopo, le reliquie vennero traslate e se ne persero definitivamente le tracce.