Il 9 aprile la Chiesa cristiana ricorda anche Santa Casilda da Toledo, che visse in Spagna nell’XI secolo, per la quale però non disponiamo di notizie dettagliate e certe, in quanto mancano le testimonianze scritte relative al periodo in cui la santa visse. Alcuni particolari biografici relativi alla sua esistenza terrena cominciarono a circolare, per via orale, soltanto a secoli di distanza dalla sua dipartita, nel XV secolo circa, e non di rado le storie che la vedevano protagonista risultavano arricchite di particolari mitici. La santa, comunque, figura nei registri dei santi relativi alle Diocesi di Burgos e Toledo. Non sappiamo molto della sua vita: oltre al secolo in cui visse, si sa che era figlia dell’emiro di Toledo al-Mamun (anche se, invece, a detta di altri, Casilda sarebbe stata figlia di Ben Cannon, governatore di Cuenca), e che, quindi ricevette un’educazione religiosa incentrata sui dettami della religione musulmana. A quel tempo, la città di Toledo, era dunque nelle mani dei musulmani (lo sarebbe rimasta fino al 1085), e si può ben immaginare come, all’epoca, i cristiani che venivano catturati dai musulmani e ridotti alla prigionia, non avessero vita facile. Casilda si dimostrò sempre molto benevola con loro, ed era pronta ad adoperarsi per alleviare le loro sofferenze e prestare loro soccorso. Tuttavia, dopo qualche tempo, il padre cominciò ad avere dei forti sospetti, e iniziò a tenerla d’occhio. Una delle storie più leggendarie riguardanti la santa, risale proprio a questo periodo: infatti, si narra che, mentre la ragazza era in procinto di portare ai prigionieri qualche tozzo di pane, fu fermata dalle guardie del padre, che le ordinarono di farsi perquisire. Senza scomporsi, Casilda acconsentì alla perquisizione, ma le guardie, invece di trovare del pane, trovano delle rose. In seguito, Casilda cominciò a stare molto male, e i dottori non riuscivano a capire cosa ci fosse all’origine dei disturbi della ragazza. Fu decisivo, a questo punto, l’intervento dei suoi amici di fede cristiana, che le consigliarono di recarsi presso la fonte di San Vicente, situata nel territorio della Briviesca, nei pressi di Burgos, e di bagnarsi con l’acqua che sgorgava dalla fonte, che si diceva avere proprietà miracolose, e alla quale erano in molti a ricorrere, soprattutto coloro che soffrivano di emorragie. Fu così che Casilda sconfisse il male misterioso, decidendo, in segno di ringraziamento a Dio, di farsi battezzare e di convertirsi alla fede cristiana. La santa si ritirò in un eremo, proprio presso la fonte che le aveva ridato la vita, qui visse fino al momento della sua morte, che a quanto si dice avvenne quando la santa aveva ormai raggiunto i cento anni di età. Non è dato sapere l’anno in cui morì, ma si sa che il 21 agosto del 1750 le sue spoglie vennero spostate in un altro luogo sacro. Casilda da Toledo viene solitamente ritratta negli abiti tipici della sua epoca e della sua condizione sociale, come è avvenuto anche nelle opere di artisti come Zurbaran e Murillo.



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