Tra i molti Santi che il calendario della Chiesa cattolica ricorda il 15 di maggio c’è Sant’Isidoro. Questi è venerato in particolar modo in Spagna, nazione nella quale nacque, visse e morì, ma anche in Sardegna, e soprattutto da tutti coloro che ancora praticano il duro lavoro della terra, poiché egli è ricordato come l’agricoltore. Isidoro infatti non fu un vescovo, un porporato, né un martire o uno studioso delle leggi della Chiesa, ma un uomo semplice e buono che per tutta la sua esistenza praticò le virtù cristiane della preghiera, della devozione, dell’umiltà e del santo lavoro, che gli valsero moltissime benedizioni da parte di Dio, concretizzatesi in miracoli che condussero poi alla sua beatificazione e santificazione. Sant’Isidoro nacque nel 1080 a Madrid, da genitori molto poveri che fin da piccoo lo indirizzarono al lavoro dei campi. In quegli anni in Spagna era molto accesa la lotta contro le investiture e la simonia, per cui i genitori di Isidoro gli inculcarono anche il timor di Dio e la giusta osservanza delle regole della Chiesa cattolica. per lui tutto questo rimase per sempre una regola di vita imprescindibile, che accompagnava le sue incombenze quotidiane in modo naturale. Per lungo tempo Isidoro fu al servizio di Giovanni De Vargas, un ricco militare di Madrid che possedeva un podere nei pressi dell’eremitaggio di Santa Maria Maddalena. Inizialmente non era che un umile garzone, ma la sua affidabilità fecero in modo che gli venissero affidati compiti di sempre maggior responsabilità. A ogni modo, Isidoro iniziava sempre la sua giornata presenziando alla Santa Messa in una delle chiese dei dintorni. La sua condotta di vita era esemplare, tanto nel lavoro che nella devozione religiosa. Quando prese moglie, lo fece più che altro perché spinto dal suo padrone, perché dal canto suo avrebbe preferito condurre la vita in castità. Alla fine però si sposò con Maria Toribia, la quale oggi viene venerata congiuntamente al marito. Un primo evento miracoloso attribuito a Sant’Isidoro sembrerebbe legarsi proprio alla sua vita matrimoniale, e in particolar modo al figlio che lui e Maria ebbero. Pare infatti che il bambino fosse caduto in un pozzo e quindi dato per morto: ma il padre pregò Dio di salvarlo, e le acque del pozzo crebbero fino a restituire in superficie il fanciullo sano e salvo.Questo non è l’unico evento prodigioso che ci viene riportato dal diacono Giovanni, che intorno al 1260 scrisse un’agiografia del Santo. Si narra infatti anche che un giorno, spinto dalle maldicenze della gente che era invidiosa della condotta irreprensibile di Isidoro, il suo padrone andò a spiarlo nei campi per vedere se lavorava. Vide allora dei buoi bianchissimi guidati da due giovani in vesti candide che aravano il campo accanto al suo fattore, per poi svanire. Ma non erano svaniti i solchi che avevano tracciato. Da ultimo si dice che Sant’Isidoro fu avvisato dell’ora della sua morte dalla visita di un angelo custode, così che poté preparare adeguatamente la sua anima. Morì il 15 maggio del 1130. Sant’Isidoro l’agricoltore fu canonizzato nel 1622 da papa Gregorio XV insieme a san Filippo Neri, santa Teresa d’Avila, sant’Ignazio di Loyola e san Francesco Saverio. Oggi le sue spoglie, che in un primo tempo furono seppellite nel cimitero della sua parrocchia, e poi riesumate e traslate nella chiesa di sant’Andrea, riposano ancora qui, mentre il santo è venerato nella cattedrale di Madrid. Oltre che in Spagna, sant’Isidoro è ricordato in molti comuni italiani con processioni di carri e trattori.