Il giorno 3 maggio di ogni anno la Chiesa Cattolica ricorda, nel suo calendario dei Santi, un personaggio davvero importante, perché fu uno di coloro che ebbero la sorte lieta di poter camminare fianco a fianco con Gesù Cristo. Si tratta infatti di uno dei suoi dodici apostoli: il quinto, per l’esattezza, ad essere chiamato con l’esortazione viene e seguimi dal Nazzareno. Stiamo parlando di San Filippo, che in genere viene ricordato in coppia con San Giacomo. San Filippo nacque a Betsaida in una data non meglio precisata, mentre si suppone che sia morto nel 62 d. C. a Gerusalemme. Come santo, anche se in date diverse dal tre maggio, è venerato anche dalla chiesa copta, anglicana, ortodossa e armena.



Betsaida è un paesino della Galilea che si trova lungo il lago di Tiberiade, dove Filippo incontrò Gesù; la gran parte delle informazioni che abbiamo sulla sua vita si possono reperire dai Vangeli.  L’evangelista che racconta la sua figura in modo più approfondito sin dagli esordi della predicazione del Cristo è San Giovanni, il quale racconta un episodio molto significativo su san Filippo. Poco dopo aver ricevuto la sua chiamata, e aver deciso di seguire il Messia, infatti, incontrò Natanaele e lo incoraggiò a unirsi a loro, nonostante quest’ultimo dubitasse che qualcosa di buono potesse uscir fuori dalla città di Nazareth, da cui proveniva il Cristo.



Filippo è al fianco di Gesù nel celebre episodio della moltiplicazione del pane e dei pesci. A lui infatti il Messia si rivolge per chiedergli dove potessero comprare cibo sufficiente a sfamare la folla che li stava seguendo, per metterlo alla prova, racconta San Giovanni. Filippo infatti risponde sconsolato di non avere denaro a sufficienza per acquistare pane per tutti. Sappiamo, sempre dai Vangeli, che Filippo doveva conoscere il greco, perché è a lui che si rivolgono i proseliti greci, dopo l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, al fine di potersi avvicinare al Messia. Ma c’è un episodio ben preciso a cui si lega l’iconografia cristiana di San Filippo, ed è l’episodio in cui, durante l’Ultima Cena, l’apostolo chiede a Cristo di mostrar loro Suo Padre. Ma Gesù lo rimprovera, affermando il principio della trinità, secondo il quale il Padre vive nel Figlio e viceversa, e lo Spirito Santo trascorre fra di loro. Ciò che fece Filippo dopo l’Ascensione di Cristo lo sappiamo dagli Atti degli Apostoli, in cui si racconta di lui che partì per evangelizzare la Samaria e la Cesarea. Le versioni circa le modalità della sua morte non sono unanimi: secondo alcuni morì semplicemente di vecchiaia, mentre secondo altri agiografi venne crocifisso a testa all’ingiù.



La sua sepoltura ebbe luogo a Hierapolis, città della Frigia; il suo sepolcro originale è stato recentemente rinvenuto da alcuni archeologi, nel 2011. Le sue spoglie vennero però traslate a Roma e tumulate, insieme a quelle di san Giacomo, in quella che oggi è chiamata Basilica dei Santi Apostoli. San Filippo è il patrono di diverse città italiane, ma oggetto di particolare venerazione nella città di Aidone, provincia di Enna, in Sicilia, dove, nella chiesa di Santa Maria Lo PIano, si conservano delle reliquie sue e di San Giacomo. Qui viene però festeggiato il primo maggio, con una solenne processione in cui viene portata in gloria la sua statua. A San Filippo è stato anche attribuito un vangelo apocrifo, il Vangelo secondo Filippo.