Il 1 giugno la Chiesa cattolica ricorda e celebra la memoria di Sant’Annibale Maria di Francia, nato in una famiglia nobile di Messina il 5 luglio del 1851. Il padre era infatti capitano onorario della Mariana Reale Borbonica, ma anche cavaliere e vice console pontificio, mentre la madre, che si chiamava Anna Toscano, era figlia di marchesi e sorella del sacerdote che all’epoca dirigeva il giornale La Parola Cattolica, ovvero don Giuseppe Toscano. Annibale, che era il terzogenito di quattro figli (gli altri erano Francesco, Caterina e Giovanni) perse il padre quando non aveva ancora compiuto due anni, e si può supporre che, forse, tale doloroso evento fu determinante per quel che concerne la grande predisposizione ad aiutare gli orfani, tratto fondamentale che contraddistinse il suo operato. Affidato alle cure di una sorella della madre, che non riusciva ad occuparsi di tutti e quattro i figli, soprattutto a causa della sua giovane età, Annibale fece ritorno nella casa in cui era nato nel 1859, quando la zia materna morì a causa di un’epidemia di colera. Incominciò la sua carriera scolastica a sette anni, studiando presso il Collegio dei Gentiluomini, gestito dai monaci cistercensi del convento di S.Nicolò da Messina: era qui che lo zio, Raffale di Francia, svolgeva la sua attività di maestro. La vocazione a far del bene cominciò a manifestarsi chiaramente proprio nel corso di questo periodo, perché Annibale era solito rinunciare ai propri pasti giornalieri per sfamare gli indigenti. Fu costretto a interrompere gli studi quando Garibaldi arrivò nella sua città, costringendo lui e la sua famiglia a riparare a Napoli. I Di Francia fecero ritorno a Messina qualche tempo dopo, e Annibale ebbe così modo di riprendere a studiare e di continuare il suo percorso verso il sacerdozio, che continuò con la vestizione l’8 dicembre del 1869, all’interno della chiesa di S.Maria Immacolata, e culminò con la nomina a sacerdote, avvenuta nella chiesa dello Spirito Santo il 16 marzo del 1878, quando aveva meno di trent’anni. Grazie all’incontro con un non vedente, Sant’Annibale Maria di Francia prese a cuore le sorti di coloro che abitavano in uno dei quartieri più disagiati di Messina, quello delle Case Avignone: con il benestare di Monsignor Guarino, il santo andò praticamente a vivere lì, cercando di alleviare le dure condizioni di sofferenza materiale, ma anche di risollevare le persone di cui si occupava dalla povertà spirituale. Ebbe a cuore soprattutto i più giovani, e diede vita, non senza peripezie e difficoltà, ad un asilo, destinato ad accogliere le bambine, e a una scuola per i bimbi di sesso maschile. Il 19 marzo del 1897 fondò le Figlie del Divino Zelo, e già nel 1882 aveva avuto inizio la diffusione degli orfanotrofi antoniani, con cui egli portò avanti la sua opera missionaria. Annibale Maria morì il primo giugno del 1927, ormai settantaseienne, nella sua dimora situata a Fiumara Guardia, e diverrà santo il 16 maggio del 2004, anche grazie ad alcuni eventi miracolosi: uno di questi, quello decisivo, riguardò Charisse Nicole Diaz, che sembrava destinata a soccombere a causa di una meningite batterica in gradi di resistere anche agli antibiotici.