Attenzione a esser positivo: se ieri ti davano del berlusconiano (“ma i ristoranti da noi son tutti pieni”, ricordate?) oggi passi per via direttissima per un renziano. Meglio tenere il profilo basso e dire sempre che si stava meglio quando si stava peggio. Nei giorni scorsi l’Ocse ha fatto sapere che l’Italia ha avuto un “impulso positivo” e anche maggiore degli altri paesi europei, in quanto la produzione alimentare ha segnato un + 5,8% e sembra che le famiglie siano tornate a consumare. Ma per Squinzi di Confindustria il segnale è sempre debole e i consumi segnano una stagnazione. E si stava meglio quando si stava peggio. Vabbè, Squinzi, ma un mezzo sorriso no? O anche solo un cauto silenzio: farebbe più piacere che ricordare sempre che il bicchiere è mezzo vuoto.



Ora, non vogliamo tifare per l’effetto placebo delle notizie giornalistiche, ma credere che qualcosa è cambiato, osservando anche che succede in giro, questo si. E che succede in giro? Bè, nel lungo weekend di inizio giugno dovreste essere stati con me a Riccione: gli alberghi erano tutti pieni e anche i ristoranti (sarà per questo che alle elezioni comunali, al ballottaggio della settimana dopo, ha vinto il centrodestra?). C’è più gente in giro rispetto a un anno fa (lo abbiamo visto anche dal nostro piccolo osservatorio di Golosaria Monferrato) e guai a pensare anche in maniera recondita che gli 80 euro in più in busta paga significa tornare alla pizza fuori casa una volta al mese. Non si dice, non si pensa, bisogna essere realisti… mentre la realtà stessa ci supera e mostra altri scenari, appunto. Il problema dunque è uscire dal clima di paura, che è generato sempre da un’instabilità, la stessa, mi pare, che gli elettori hanno voluto ricacciare alle ultime consultazioni. Renziani?



No solo democristiani, o moderati, o abitanti di un grande centro che dal Dopoguerra ad oggi sanno che si stava meglio dopo che si è stato peggio, reduci da una guerra fratricida. Domenica scorsa l’ho passata nel profondo Veneto, seguito dai frizzi e lazzi telefonici degli amici che dicevano “stai attento”, come se il Veneto fosse diventato, tutto, una terra di corrotti. Ma vi pare? Il mio Veneto ha il voto della trattoria Isetta di Grancona (via Pederiva, 96 – Tel. 0444 889521), che m’ha offerto la fragranza delle fettuccine coi piselli appena colti, che piacevano tanto a Galdino, il generoso patron che oggi non c’è più, da qualche mese.



Eppure vanno avanti col sorriso, i figli, vanno avanti perché questa è l’Italia che, a differenza di quanto voglion farci credere, non è né corruzione né un eterno pianto addosso. Mi vien da piangere, invece, perché il mio cuoco del cuore, Jack, poco più che ventenne, è andato in cielo con Galdino, la settimana scorsa, e il giorno del suo funerale c’erano tanti giovani che lo hanno salutato con affetto e con rispetto, come se fosse li con noi. Giovani che hanno imparato a convivere con un periodo di crisi dove nulla è più dato per scontato. Ma almeno loro non dicono ca***te della serie “si stava meglio quando si stava peggio”, perché vivono il presente e nel presente sanno dirti, magari, dove poggia una certezza.

A Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, hanno inaugurato la ristrutturazione della vecchia filanda, che è diventata una casa dove ritrovarsi, dove fare eventi, attorno alle colline del Prosecco, che sono magnifiche, bellissime. Le ho girate andando su e giù, da Conegliano a Valdobbiadene, passando per Cison (paese bellissimo) e San Pietro di Feletto dove c’è una chiesa del XIII secolo che era cara a Papa Roncalli. Sulla facciata c’è il Cristo della domenica: è raffigurato sanguinante, a causa delle ferite infertegli da numerosi strumenti di lavoro, disposti intorno a lui. Quell’immagine comunica che lavorare nel giorno dedicato a Dio comporta per il Cristo un secondo martirio. Un invito, dunque, a darsi del tempo, per cementificare le certezze di cui abbiamo bisogno. Allora, dopo questa visita merita un salto al Mulino della Croda di Refrontolo, dove la domenica ti servono un vino dolce, da uve marzemino… dolce come una speranza. Farebbe bene anche a Squinzi.

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