Il 13 giugno la Chiesa cattolica ricorda e celebra la memoria di Sant’Antonio di Padova, uno dei santi più amati e venerati. Fernando, questo il suo nome di battesimo, nacque in una famiglia nobile di Lisbona nell’agosto del 1195, conducendo quindi una fanciullezza agiata oltre ad essere educato con i principi religiosi più profondi sia da suo padre, Martino, cavaliere di re Alfonso, che dalla mamma Maria Teresa. Tuttavia dei suoi primi anni di vita si hanno poche notizie. Ancora molto giovane Fernando decise di dedicarsi alla preghiera ed entrò nel convento degli Agostiniani a Lisbona. Ben presto, però, per evitare che famigliari ed amici lo potessero distrarre dalla sua missione, si fece trasferire a Coimbra. Qui venne ordinato sacerdote intorno al 1219. Un fatto inaspettato accadde a questo punto nella sua vita. Poiché a Coimbra era presente anche un convento di Francescani, Fernando fu testimone del ritorno a casa delle salme di 5 frati martirizzati in Marocco (furono i primi martiri francescani) e crebbe in lui il desiderio di diventare missionario, decidendo di entrare nell’ordine dei Francescani. Gli fu dato il nome di Antonio, poiché il convento di Coimbra era dedicato a Sant’Antonio Abate. Partì subito per l’Africa, seguendo la sua vocazione missionaria ma ben presto si ammalò gravemente e fu costretto a tornare in Portogallo, dove però non arrivò. Una tempesta, infatti, costrinse la sua nave ad attraccare in Sicilia, dove rimase finchè non si riprese dalla malattia. Nel 1221 avvenne l’incontro con San Francesco ad Assisi e subito dopo si ritirò in preghiera sull’eremo di Montepaolo, a Forlì. Di Antonio sono note le doti oratorie e la sua profonda cultura religiosa. Tale dono fu riconosciuto al tal punto che egli venne nominato predicatore della chiesa. Cominciò così la sua missione, predicando contro gli Eretici Catari ed Albigesi nel Nord Italia e nel Sud della Francia; fu perfino definito il “Martello degli Eretici”. Le sue capacità oratorie divennero così conosciute da conquistare il Papa e la Curia Romana, soprattutto per il suo modo discreto ma fervido nel parlare, riuscendo con le sue parole a convincere anche i cuori più duri. La sua popolarità crebbe a tal punto che la gente lo seguiva ed assediava e furono necessarie per le lui delle guardie del corpo. Nel 1231 si trasferì in un paese a pochi chilometri da Padova per trovare un poco di pace nello spirito e nel corpo.



A causa della dura penitenza che s’impose durante la Quaresima, Antonio, il cui fisico era stato fiaccato dalle malattie e dalla vita rigida cui si era sottoposto, morì il 13 giugno del 1231 presso l’Arcella vicino Padova. Aveva solo 36 anni. Subito dopo la sua morte si aprì un’aspra contesa fra le Clarisse e gli abitanti di Camposanpietro da una parte ed il clero, i frati e gli abitanti di Padova dall’altra, su dove dovesse essere seppellito il santo. Il Vescovo decise che dovessero essere i frati ad occuparsi della sua sepoltura che avvenne dove ora sorge la famosa Basilica a lui dedicata. Solo un anno dopo la sua morte, nel 1232, Papa Gregorio IX lo canonizzò. Egli stesso, infatti, lo avevo sentito predicare e ne era rimasto affascinato. Nel 1263, durante la traslazione del suo corpo nella nuova Basilica, la sua lingua fu trovata completamente intatta, come se il santo fosse vivo. Nacque così la devozione verso questa reliquia, venerata da migliaia di fedeli presso la Basilica a Padova. L’ultima ostensione del corpo è avvenuta nel 2010. Durante la sua breve ma intensa vita Sant’Antonio compì numerosi prodigi e la sua devozione tra i fedeli è tale che in ogni chiesa è presente un quadro o una statua a lui dedicata. Al Santo sono attribuite anche diverse resurrezioni tra le quali quella del nipote, di una ragazza annegata e di un giovane che scagionò il padre dello stesso Antonio. Il ragazzo, infatti, ucciso per mano di un suo nemico fu seppellito nel giardino dei genitori di Antonio che vennero accusati della sua morte ed imprigionati. Il santo, allora, fece resuscitare il giovane che raccontò la verità circa la sua uccisione e la sua famiglia venne prosciolta da ogni accusa.

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