Ha agito in modo lucido, nessun raptus scatenante, nessuna lite precedente. Aveva pianificato tutto da tempo? Quesot è ancora da stabilire. Il movente? Mi sentivo intrappolato. L’uomo era innamorato di una collega che lo aveva respinto e la sua vita familiare per lui era un fastidio da eliminare in qualunque modo. E’ quanto hanno dichiarato gli inquirenti commentando la confessione e la ricostruzione del terribile delitto di Motta Visconti. Carlo Lissi, come si sa, è crollato durante l’interrogatorio a cui è stato sottoposto dichiarandosi colpevole e chiedendo il massimo della pena per se stesso. La ricostruzione del fatto è nota anch’essa. Una ricostruzione come l’ha raccontata lo stesso assassino. Verso le 23 di venerdì sera, con i bambini al piano di sopra che dormono, Lissi e la moglie hanno un rapporto sessuale. Dopo, lei si sdraia sul divano con la televisione accesa e lui va in cucina a prendere dell’acqua, dice, invece torna con un coltello. Colpisce la moglie con la punta dell’arma tra la gola e le spalle. Lei scatta in piedi, vacilla, lo guarda in faccia e gli chiede: Carlo che stai facendo? Perché? Poi grida aiuto. L’urlo verrà sentito dai vicini di casa che lo scambiano per una delle tante urla della partita di calcio, ma in realtà la partita non era ancora cominciata. Lui la colpisce con un pugno violento. Quindi, con la moglie a terra, la colpisce numerose volte con il coltello all’addome e alla schiena. Uccisa la moglie, sale al piano di sopra, va verso le camere dei bambini. Va dalla figlia di 5 anni, appoggia una mano sul collo e con l’altra con il coltello le squarcia la gola. Muore senza neanche svegliarsi. Poi il fratellino di 20 mesi e anche a lui squarcia la gola. Finita la mattanza va a farsi una doccia, si veste e va tranquillamente a vedersi la partita dell’Italia in un pub con un amico. ”Non tremava, non era nervoso, sorrideva e parlava di calcio, come tutti, emozionato” racconterà un altro amico che lo vede al pub.