San Luigi Gonzaga è nato a Castiglione delle Stiviere, vicino Mantova, il 9 marzo del 1568 ed è morto a Roma il 21 giugno del 1591. I genitori, Ferrante e Marta di Sàntena, del Piemonte si erano conosciuti e si erano sposano in Spagna nel 1566, con le norme dettate dal concilio di Trento. Luigi nasce dopo un difficile parto e viene battezzato a Castiglione. Il padre Ferrante è molto fiero del primo erede maschio ma la madre, una donna con fede e cultura, gli dà un’educazione religiosa dove primeggiavano preghiera e carità. Luigi era anche birichino e vispo e suo padre gli dona una piccola armatura leggera sperando che si appassioni alle armi. Nel 1573 Luigi fa l’ufficiale a Casalmaggiore e, lontano dalla mamma prega meno e parla un gergo militare. Nel 1578, con il fratello Rodolfo, viene accolto presso la corte de’ Medici di Firenze dove impara il latino e lo spagnolo e gioca con le tre principessine Medici. Ma il periodo a Firenze lo matura dal punto di vista religioso. Quando si confessa quasi sviene pensando al periodo dissoluto in caserma. Il padre Ferrante che nel frattempo era diventato principe del “Sacro Romano Impero”, riporta i figli a Castiglione, dove Luigi inizia a seguire Esercizi spirituali secondo sant’Ignazio. Poiché il padre deve accompagnare sua sorella in Spagna, dal 1581 il giovane Luigi va a vivere a Madrid e lì la vocazione si manifesta e nel 1583 è sicuro che Dio desidera che diventi gesuita. La mamma è contenta ma il padre si oppone. Luigi, pur essendo deciso, rimanda, per i genitori, la sua decisione quando sarebbe rientrato in Italia. Ma a Castiglione nel 1584 Luigi va via da casa e firma un atto con cui rinuncia al suo marchesato.?Luigi è felice e va a Roma dove è ospitato dal cugino Scipione. Fu proprio questo il momento in cui si staccò da molte cose, ma mai dalla sofferenza altrui e dalla sua lotta in difesa dei deboli. Il 23 novembre si fece ricevere dal papa Sisto V e il 25 entrò a far parte del noviziato al Quirinale. Ebbe così finalmente gioia e pace. Successivamente viene trasferito nel Collegio Romano allo scopo di finire lo studio della filosofia e nel 1587 prende i voti religiosi. Luigi inizia a studiare teologia e chiede di andare nelle missioni in India.



Nel 1589, riappacifica il fratello Rodolfo che aveva litigato con il duca a Mantova. Fa un famoso discorso sull’eucarestia che porta molti a confessarsi. Quindi parla agli studenti entusiasti a Siena sul Cristo-Re. Ma quando nel 1591 a Roma scoppia il tifo petecchiale, Luigi si rende volontario, ma, trasportando un appestato sulle spalle per portarlo all’ospedale, viene preso da un febbrone e poco tempo dopo muore, venendo definito da tutti “martire di carità”. Ma prima scrive un’ultima lettera indirizzata alla madre dove appare pieno di fede. Nel 1726, papa Benedetto XIII lo proclamerà santo

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