Il Sinodo punta il dito contro “l’overdose da social network” nel documento a difesa del matrimonio e della famiglia redatto quest’oggi. Questo la nota dei vescovi: “I social network, se utilizzati senza criterio, sono nemici del dialogo in famiglia e contribuiscono a creare rapporti sempre più sfilacciati e alienanti”: Inoltre, nell’Instrumentum laboris si legge: “Tra le diverse situazioni critiche interne alla famiglia vengono menzionate costantemente le dipendenze da alcool e droghe, ma anche dalla pornografia, talvolta usata e condivisa in famiglia, così come dal gioco d’azzardo e da videogiochi, internet e social network. Sotto accusa anche i media “che trasmettono valori errati e fuorvianti”. Televisione, smartphone e computer, dunque, come ostacoli al dialogo famigliare: “Si fa presente non solo il rischio della disgregazione e della disunione familiare, ma anche la possibilità che il mondo virtuale diventi una vera e propria realtà sostitutiva (in particolare in Europa, America del Nord e Asia). È ricorrente nelle risposte la sottolineatura di come anche il tempo libero per la famiglia sia catturato da questi strumenti”.



Nell’Instrumentum Laboris sul matrimonio e la famiglia, tra i tanti punti, spazio per il nodo del divorzio: la carità pastorale spinge la Chiesa ad accompagnare le persone che hanno subito un fallimento matrimoniale e ad aiutarle a vivere la loro situazione con la grazia di Cristo” si legge nel testo. E ancora, in merito, viene sottolineato come la Chiesa non debba essere “giudice che condanna”. Inoltre il documento di recente redazione denuncia “la crescente diffusione della ideologia chiamata ‘gender theory’, secondo la quale il ‘gender’ di ciascun individuo risulta essere solo il prodotto di condizionamenti e di bisogni sociali, cessando, così, di avere piena corrispondenza con la sessualità biologica”. 



In vista dell’assemblea straordinaria sulla famiglia voluta da Papa Francesco in ottobre a Roma, è stato presentato quest’oggi in Vaticano, dal Sinodo dei vescovi, il documento episcopale (l’Instrumentum Laboris), che mette in risalto i fattori sociali (oltre a quelli culturali) che hanno portato a una proliferazione delle convivenze e unioni di fatto a scapito dei matrimoni (civili o religiosi che siano). Assenza di politiche per la famiglia, crisi economica, disoccupazione, mancanza di una casa: questi le ragioni principali della nuova tendenza. Per quanto concerne le coppie omosessuali si ritiene che queste non possano essere assimilate al matrimonio, ma devono essere “accolte con rispetto e delicatezza”. Tra le situazioni familiari difficili cui la Chiese deve dare adeguate risposte pastorali, secondo l’Instrumentum Laboris del prossimo Sinodo dei Vescovi, ci sono le convivenza, le unioni di fatto, i separati, i divorziati e i risposati, i figli che restano soli, le ragazze madri, oltre al controllo delle nascite, all’omosessualità, alla fedeltà, alle relazioni prematrimoniali e alla fecondazione in vitro.

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