Cosa è successo il 27 giugno del 1980, quando il DC-9 della compagnia italiana Itavia, decollato dall’aeroporto di Bologna e diretto a Palermo, esplose in volo precipitando nel mare di Ustica? Un video racconta in due minuti “le basi di un caso simbolo nel nostro paese che rimane aperto dopo 34 anni”. Il progetto multimediale è stato chiamato “Flight 870” (come il numero di volo dell’aereo precipitato) e, come si legge sulla pagina Facebook ufficiale, si pone l’obiettivo di “sfruttare nuovi media (come i social media, video virali, podcast, graphic novel) e nuove tecniche narrative (come quella infografica), per raccontare con semplicità i fatti di Ustica a noi noti, riordinandoli e mettendoli in fila, cercando di renderli comprensibili e condivisibili; per sbrogliare una matassa che si è ingarbugliata per più di 34 anni”.
Anche il senatore Carlo Giovanardi, ai microfoni dell’Adnkronos, ha dato un proprio giudizio sulla strage di Ustica avvenuta esattamente 34 anni fa. “Ogni anno, in prossimità dell’anniversario, vengono diffuse presunte rivelazioni e si riciclano ipotesi di fantascienza come missili, traffico di aerei intorno al Dc9 e cose del genere – ha detto – La verità, sancita da una commissione di esperti internazionali, è che la causa del disastro fu l’esplosione di una bomba piazzata nella toilette dell’aereo. È stato dimostrato in maniera incontrovertibile, tutto il resto sono illazioni”. A detta di Giovanardi, oltretutto, la Francia avrebbe sempre risposto alle rogatorie italiane e non sarebbe dunque una grande novità il fatto che i nostri magistrati abbiano parlato con i piloti francesi. Infine, aggiunge, “bisognerebbe piuttosto orientare le indagini in un’altra direzione e cominciare a fare qualche domanda alla Libia, che negli anni non ha mai risposto alle richieste di rogatoria”.
Dopo la notizia ufficiale proveniente dalla Francia, Daria Bonfietti, Presidentessa dell’Associazione delle vittima della Strage di Ustica, disastro aereo che 34 anni fa costò la vita a 81 civili, si rivolge al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “La magistratura italiana deve avere un aiuto vero dalla politica: il nostro governo imponga ai Paesi amici di tirar fuori tutte le informazioni sulle strage, o non arriveremo mai alla verità – ha detto all’Adnkronos – Servono svolte vere: vogliamo scrivere l’ultima pagina: sappiamo cosa è successo quella terribile notte e che è stato abbattuto un aereo civile ma non conosciamo ancora i colpevoli. Dobbiamo sapere chi è stato, questo non è più un bisogno di verità dei parenti delle vittime ma una battaglia dell’Italia intera, della nostra dignità nazionale”. Bonfietti conclude ringraziando l’intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che oggi si è già pronunciato rispetto alle novità della strage di Ustica, esortando tutti a compiere ogni sforzo per giungere alla verità.
Trentaquattro anni dopo il disastro, la Francia inizia finalmente a collaborare all’inchiesta sulla strage di Ustica. Era il 27 giugno del 1980 quando il DC-9 della compagnia italiana Itavia, decollato dall’aeroporto di Bologna e diretto a Palermo, esplose in volo precipitando nel mare di Ustica e uccidendo 81 persone. Il presidente francese François Hollande ha deciso di togliere per i militari l’obbligo di segreto sulla vicenda e, secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, qualcuno avrebbe già iniziato a parlare. Sono stati in particolare rintracciati quattordici ex militari dell’Armée de l’air che quella sera del 1980 erano in servizio presso la base di Solenzara, in Corsica, da cui si alzarono in volo i caccia sospettati di essere coinvolti nell’abbattimento dell’aereo italiano. La Francia ha sempre smentito questa ipotesi sostenendo che la base chiuse alle ore 17, mentre gli ex militari hanno rivelato che i caccia volarono fino a tarda sera. Anche l’allora generale dei Carabinieri Nicolò Bozzo, che in quei momenti si trovava nei pressi della base di Solenzara, parlò di una intensa e insolita attività di volo ben oltre il tardo pomeriggio. Oltre alla Francia, secondo quanto riportato dall’Huffington Post, anche la Nato avrebbe fornito ai magistrati italiani nuovi dettagli sul disastro aereo, confermando che il DC9 Itavia sarebbe stato abbattuto per errore. Intanto, in attesa di ulteriori aggiornamenti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato un nuovo appello affinchè si possa giungere il prima possibile all’accertamento della verità: “La tenace sollecitazione a compiere ogni ulteriore sforzo possibile – ha scritto il Capo dello Stato in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti – per giungere ad una esaustiva ricostruzione di quello che avvenne nei cieli di Ustica impegna tutte le istituzioni a fare la loro parte perché si giunga all’accertamento della verità”. “Con questo spirito – ha concluso Napolitano – rinnovo i sentimenti di affettuosa vicinanza mia e dell’intero Paese ai familiari delle vittime e all’Associazione che con ammirevole tenacia si batte perché si faccia piena luce sulle cause di quel drammatico evento”.