L’introduzione del Pos obbligatorio per esercenti, commercianti, professionisti e aziende, che costringe tali operatori a servirsi del “Point of sale” così da permettere ai propri clienti di pagare il conto – purché superiore ai 30 euro – con la moneta elettronica fa discutere. Il provvedimento, volto a combattere l’evasione fiscale, non piace agli stessi commercianti per i costi troppo alti di installazione e gestione, a dir poco dannosi sulle imprese e professionisti con basso fatturato. La norma (Dl 179/2012, articolo 10, comma 4) non prevede comunque un obbligo, bensì un onere, motivo per cui chi non dovesse adeguarsi non incapperebbe comunque (per lo meno al momento) alcuna sanzione. Se quindi si vogliono fare nuove conquiste circa la tracciabilità del denaro e la lotta al nero (permettendo in più al cittadino consumatore la comodità di pagare con la carta), il rischio di colpire commercianti e PMI a basso fatturato è alto. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle, come si legge sul blog di Beppe Grillo, scrive come secondo una stima della Cgia di Mestre stima “un’azienda con 100mila euro di ricavo annuo, con il Pos, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull’incasso, dovrà sostenere una spesa media annua di 1.200 euro”. Ecco dunque la soluzione targata 5 stelle, presentata al governo con una risoluzione in Commissione Finanze: 1) fare in modo che fino al 30 giugno 2015 l’obbligo riguardi soltanto i soggetti con almeno 200mila euro di fatturato; 2) escludere dal vincolo tutte le nuove attività per almeno due anni; 3) prevedere che i costi delle transazioni siano a carico delle banche.



Pos. Tre lettere per una parola oscura (ai più), ma sulla bocca di tutti in questi ultimi giorni. Il governo ha infatti introdotto, giusto pochi giorni fa,  l’obbligo del Pos (Point of sale,) per tutti i commercianti, che dovranno così permettere ai propri clienti la pagare il conto – purché non inferiore a 30 euro – con la carta (bancomat o carta di credito che sia). Si tratta di un provvedimento previsto da un decreto approvato nel 2012 volto a limitare l’uso del costante e contrastare, di rimbalzo, l’evasione fiscale. Imprese e professionisti – ristoranti, artigiani, notai, avvocati e dentisti – dovranno dunque prevedere postazioni Pos per favorire i pagamenti in moneta elettronica. Si è iniziato da ieri, ma per chi non dovesse adeguarsi alla norma non è prevista – al momento – alcuna sanzione, se non quella (solo potenziale) del cliente di rivolgersi altrove in futuro. La decisione dell’esecutivo non è stata accolta bene dai commercianti, soprattutto per questioni di costi del servizio e di concorrenza, visto che ci sarà chi ingnorerà la direttiva sapendo che non incorrerà in alcuna sanzione.

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