Tra i santi celebrati l’11 luglio, la Chiesa cattolica ricorda anche San Benedetto da Norcia, uno dei santi più venerati d’Italia nato nella cittadina umbra il 2 marzo del 480. Figlio di Eutropio, console e generale dei Romani, e di Abbondanza Claudia de’ Reguardati, aveva una sorella, Scoalstica, anch’essa divenuta poi santa. Benedetto e Scolastica vennero cresciuti da una nutrice perché la madre mancò quando i due erano ancora piccoli e, una volta divenuto dodicenne, il santo e la sorella vennero mandati a Roma per intraprendere i loro studi. Secondo quanto riportato ne Il libro dei dialoghi, scritto da san Gregorio Magno, Benedetto non fu favorevolmente colpito dalla dissoluzione dei costumi vigente tra la gente della città, e cercò ben presto rifugio nella preghiera e nella religione. A diciassette anni, poi, decise di ritirarsi presso Eufide (oggi Affile), situata nella valle dell’Aniene, e si dice che qui operò il suo primo intervento miracoloso. Si recò poi nella valle di Subiaco, dove un momaco lo introdusse alla vita monastica, vivendo da eremita per tre anni, fino al 500, trovando rifugio nei pressi del Monte Taleo. Finito il suo periodo di ritiro, Benedetto subì un tentativo di omicidio per avvelenamento mentre faceva da guida spirituale per alcuni monaci cenobiti in quel di Vicovaro, vicino Roma, e così decise di fare ritorno a Subiaco. Qui rimase per circa trent’anni, dedicandosi alla preghiera e alla diffusione della parola di Dio: il suo impegno è testimoniato dalla fondazione di ben tredici monasteri, tutti composti da una dozzina di monaci e da un abate, e tutti guidati da lui spiritualmente.



Tra il 525 e il 529, dopo aver subito un altro tentativo di avvelenamento, prese la via di Cassino assieme ai suoi monaci, fondando in seguito l’abbazzia di Montecassino: qui, più o meno nel 540 eleborò la sua Regola, ispirandosi probabilmente agli insegnamenti di santi come san Basilio, san Pacomio, san Giovanni Cassiano e san Cesario, ma anche a quelli contenuti nella Regula Magistri, forse opera dell’abate Servando. La Regola elaborata da san Benedetto si fondava su alcuni principi cardine, come ad esempio la cosidetta “conversatio”, ossia la necessità di un comportamento moralmente irreprensibile, lo “stabilitas loci”, cioè l’obbligo di residenza nel monastero, e soprattutto uno stile di vita comunitario all’insegna della preghiera e del lavoro, come si evince dal famoso motto “ora et labora” (“prega e lavora”). In questo modo diede vita alla numerosa comunita dei benedettini, i monaci che osservavano la sua Regola. San Benedetto passò a miglior vita il 21 marzo del 547, in seguito ad una forte febbre durata circa una settimana. La leggenda devozionale racconta che egli lasciò la vita terrena mentre riceveva l’eucarestia e benediceva i suoi monaci; il santo morì dopo poco più di mese dalla scomparsa della sorella, santa Scolastica, con la quale fu sepolto. Mentre la Chiesa ortodossa suole ricordarlo il 14 marzo, la Chiesa cattolica celebra il suo ricordo nella data dell’11 luglio, che è la data del suo Patrocinio. Il santo è Patrono d’Europa dal 24 ottobre del 1964.

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