Il 14 luglio, la Chiesa cattolica ricorda e celebra la memoria di San Camillo de Lellis, il fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Nato nel 1550 a Bucchianico, un piccolo centro abruzzese, all’interno di una famiglia della piccola aristocrazia locale, il giovane Camillo si dimostrò a lungo rissoso e svogliato, tanto da indurre il padre, un ufficiale che serviva nell’esercito spagnolo, ad avviarlo alla carriera militare per cercare di raddrizzarlo. Un proposito reso però presto vano da un’ulcera al piede, probabilmente osteomielite, che lo costrinse a congedarsi nel 1570. Le cure di cui necessitava lo portarono quindi a Roma, dove riuscì a guarire parzialmente all’interno del San Giacomo degli Incurabili, per poi essere assunto all’interno della stessa struttura. Una esperienza breve, troncata ancora una volta dal carattere indocile che continuava a caratterizzarlo. Cercò allora di tornare alla vita militare, arruolandosi come soldato di ventura, servendo prima Venezia e poi la Spagna, ma senza grandi risultati. Intrapreso un vagabondaggio lungo la penisola, fu assunto nel Convento di Manfredonia, entrando al servizio dei Frati Cappuccini. Proprio da qui iniziò la definitiva svolta verso la fede, culminata nel 1575 con l’entrata nell’ordine, a Trivento. La vecchia malattia alla gamba era però sempre in agguato e ben presto lo costrinse a recarsi di nuovo a Roma, ancora una volta all’Incurabili, per un periodo di ben quattro anni. Proprio il periodo di sofferenza patito, lo spinse a dedicarsi in questo periodo alla cura di tutti coloro che a causa dell’infermità si trovavano a condividere la sua esperienza. Accanto a lui alcuni compagni di fede, coi quali decise di fondare la Compagnia dei Ministri degli Infermi. Gli statuti della nuova compagnia furono sottoposti a papa Sisto V nel marzo del 1586 e da questi approvati, dando così la possibilità a Camillo e ai confratelli di trasferirsi nel convento della Maddalena al fine di prestare il loro operato all’interno dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Il passo successivo fu la ripresa degli studi, sotto l’indirizzo spirituale di Filippi Neri, al termine dei quali venne ordinato sacerdote, nel maggio del 1853. Nel frattempo la compagnia da lui fondata era riuscita a distinguersi per il suo operato, tanto da essere riconosciuta nel 1591 come Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Ad apporre il suo assenso fu Gregorio XIV, il quale era stato enormemente colpito dalla sollecitudine spinta al vero e proprio eroismo con cui la compagnia si era dedicata all’opera di assistenza dei malati nel corso della grave carestia che aveva colpito la Città Eterna nel 1590. Il nuovo ordine religioso iniziò quindi un periodo di grande espansione in altre città della penisola, con la fondazione continua di nuove comunità che prestavano servizio nei grandi ospedali. Tra di esse Genova, Napoli, Milano, Mantova e Palermo. Fiaccato dalla grave malattia e amareggiato da alcuni dissapori sorti nel frattempo all’interno, lo stesso Camillo fu però costretto nel 1607 a lasciare la direzione dell’Ordine, decidendo allo stesso tempo di proseguire senza sosta nell’opera di assistenza, senza preoccuparsi dello stato ormai preoccupante della sua salute. La morte arrivò il 14 luglio del 1614, sorprendendolo alla Maddalena, diventata nel frattempo la sede dell’Ordine, dove furono ospitate le sue spoglie mortali, mentre la reliquia del suo cuore veniva al contempo traslata nel suo paese natale, Bucchianico. Fu proclamato beato da papa Benedetto XIV nel 1742, lo stesso che quattro anni più tardi provvide alla sua canonizzazione, mentre nel 1886 papa Leone XIII lo dichiarò patrono di ospedali e malati, in compagnia di San Giovanni di Dio. Nel 1930 venne quindi proclamato patrono della Sanità militare e della Regione Abruzzo da Pio IX, condividendo l’onore con San Gabriele dell’Addolorata. Infine, nel 1964, Paolo VI lo proclamò Protettore della Sanità militare del nostro paese.



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