“È il giorno più bello della mia vita, ho pianto come una bambina. Giustizia è fatta”. Queste le parole di Francesca Pascale, riportate da fanpage.it, dopo la sentenza che vede assolto in secondo grado nel processo Ruby il suo fidanzato, Silvio Berlusconi. Anche Karima El Mahroug, soprannominata “Ruby Rubacuori”, si è detta soddisfatta: “Sono felicissima, sono felice non solo per Silvio ma anche per me, non ci speravo”. Secondo l’avvocato Franco Coppi, difensore del leader di Forza Italia, si tratta di un risultato che è andato “oltre le più rosee previsioni”. “Questo processo – ha aggiunto – non poteva che concludersi con un’assoluzione piena. Se dovessi fare una lezione all’università porterei questo processo come esempio di una condotta che non costituisce reato”.



“La giustizia ha trionfato, evviva il tribunale di Milano!”. Così la fedelissima di Silvio Berlusconi che questa mattina ha aspettato con ansia la sentenza fuori dall’aula. Alla fine è arrivata la decisione dei giudici della seconda Corte d’Appello di Milano: il leader di Forza Italia, imputato per concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby, è stato assolto. “Evviva, grazie ai giudici di Milano”, grida la signora con i capelli tinti di rosso che ha quasi rischiato di sentirsi male. “Finalmente la giustizia è uguale per tutti”, ha detto ancora ai microfoni de Il Fatto Quotidiano.



Commosso: così Silvio Berlusconi, che si trovava questa mattina come ogni venerdì ai servizi sociali a Cesano Boscone, ha commentato la notizia di essere stato assolto in secondo grado nel processo Ruby. Era una accusa ingiusta e infamante, ha detto il leader politico: “Il primo pensiero è per i miei cari, che hanno sofferto anni di aggressioni. La maggioranza dei magistrati è ammirevole . Oggi hanno dato conferma a quello che ho sempre asserito” ha detto ancora. Sulla sentenza è intervenuto anche il governatore della Lombardia Roberto Maroni dicendosi contento della notizia “perché sono suo amico e questa era una vera ingiustizia”. Una sentenza, ha detto ancora, che dovrebbe aprire una nuova fase nel centrodestra con un processo di rinnovamento incluse le primarie. 



Dopo circa tre ore di camera di consiglio, la seconda Corte d’Appello di Milano ha assolto Silvio Berlusconi dal reato di concussione per costrizione perché “il fatto non sussiste” e dall’accusa di prostituzione minorile perché “il fatto non costituisce reato”. Al momento della sentenza (di seguito il video) il leader di Forza Italia si trovava presso l’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone dove sta svolgendo l’affidamento in prova ai servizi sociali, come stabilito dalla sentenza di condanna del processo Mediaset. “Finalmente giustizia. È la dimostrazione che ci sono dei giudici anche a Milano – ha commentato il senatore di Fi Augusto Minzolini all’Adnkronos – Resta un problema su cui dovrebbero riflettere tutti in questo Paese: i danni che un processo, che non doveva neppure tenersi, e una condanna di primo grado ingiusta hanno provocato all’uomo e al Paese”.

Clamoroso ribaltamento della sentenza che aveva visto condannato in primo grado Silvio Berlusconi a sette anni di carcere nel caso Ruby. La Corte d’appello ha invece completamente assolto il leader di Forza Italia: cancellati i reati di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. L’accusa chiedeva di confermare i sette anni di carcere, definita “pena severa ma giusta”, la difesa aveva chiesto l’assoluzione per inesistenza dei fatti e varie questioni processuali come l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche.

E’ attesa fra circa mezz’ora la sentenza del processo di appello per Silvio Berlusconi nel caso del processo Ruby. In primo grado il leader di Forza Italia era stato condannato a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici. La difesa ha chiesto l’assoluzione per inesistenza dei fatti, dichiarando tra l’altro l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche. L’accusa ribadisce che Berlusconi, la notte fra il 27 e il 28 maggio 2010 fece pressioni sul capo Gabinetto della questura di Milano Pietro Ostuni con minacce implicite per ottenere la consegna della ragazza marocchina fermata dalle autorità. Ribadito anche il reato di sfruttamento della prostituzione minorile. In caso di condanna, in attesa per della sentenza finale di Cassazione, Berlusconi si vedrebbe conteggiare in una sola pena questa condanna e quella Mediaset, accumulando dunque 10 anni di carcere. Essendo però ultrasettantenne potrà scontare la pena ai domiciliari e non in prigione.