Nel giorno 20 luglio, la Chiesa Cristiana onora e ricorda San Frumenzio d’Etiopia. Non si conosce praticamente nulla della sua infanzia e adolescenza. Stando alle ricerche eseguite da alcuni storici, San Frumenzio era senza dubbio un cittadino romano nato probabilmente nella città di Tiro che si trova nella parte orientale dell’attuale territorio che oggi appartiene al Libano, nel corso del quarto secolo dopo la nascita di Cristo. San Frumenzio probabilmente faceva parte di una famiglia di mercanti anche perché la storia che lo riguarda parla di un viaggio in India insieme al fratello Edesio, più piccolo di lui, e con un parente stretto il cui nome era Meropio e che da quanto si apprende era un noto filosofo della città di Tiro. Meropio aveva voluto prendere parte a questo viaggio in quanto intenzionato a seguire quello fatto da un altro filosofo, il famoso Metrodoro. San Frumenzio insieme ai propri compagni, durante il tragitto di ritorno per rientrare nella loro casa a Tiro, furono attaccati da un gruppo di guerriglieri dell’allora Regno di Axum, che aveva il proprio territorio di riferimento nella parte centro-orientale dell’Africa. Il Regno di Axum in quel periodo era molto potente soprattutto in ragione della sua posizione visto che era punto di passaggio per quanti avevano affari tra il Mediterraneo e le Indie. La cattura di San Frumenzio, del fratello e del parente, avvenne in uno dei porti del Mar Rosso. Al tempo, la popolazione di Axum non brillava per ospitalità e spesso l’esercito uccideva tutti i prigionieri che aveva fatto. La cosa si ripeté anche in questo caso con la sola eccezione di San Frumenzio e di suo fratello Edesio che furono risparmiati dal massacro perché, a quanto pare, suscitarono un sentimento di simpatia nei guerriglieri. I due fratelli furono inviati dinnanzi al re d’Etiopia che a Edesio assegnò il compito di il coppiere di corte ossia di versare da bere nei bicchieri degli ospiti durante i banchetti mentre di San Frumenzio furono notate immediatamente la grande saggezza e perspicacia, e venne accolto come consigliere e amministratore dei beni del regno d’Etiopia. Quando morì il re d’Etiopia sia San Frumenzio che lo stesso Edesio erano liberi dal proprio impegno con il sovrano africano e presero seriamente in considerazione di rientrare in patria nella loro amata Tiro. La vedova del Re be sapendo come il suo giovane figlio, il principe Ezana, non fosse ancora pronto per poter gestire un regno, chiese loro di restare per dare il loro contributo mettendo a disposizione tutta la loro esperienza e saggezza. Frumenzio rimase e contemporaneamente incominciò a occuparsi delle problematiche della comunità cristiana, quasi completamente formata da mercanti di cittadinanza romana. Grazie al suo impegno venne concesso ai cristiani di poter costruire le loro chiese, quindi di pregare pacificamente e di conseguenza si mise in moto un’opera di evangelizzazione.



Una volta che Ezana superò la maggior età, Edesio fece ritorno a Tiro mentre San Frumenzio si dirisse ad Alessandria d’Egitto. L’allora patriarca di Alessandria davanti ai vescovi, consacrò Frumenzio a vescovo che poco dopo con al seguito un nutrito gruppo di missionari fece ritorno in Etiopia per continuare a diffondere il verbo di Cristo tra la gente che sempre di più si stava avvicinando alla religione cristiana. Furono infatti migliaia gli etiopi che si stavano convertendo alla religione cristiana compreso lo stesso re Ezana. Purtroppo avvenne un fatto politico che cambiò tutto ossia nel 357 l’imperatore Costanzo II inviò una lettera a Re Ezana dopo che avvenne la condanna del Patriarca di Alessandria che tra le altro cose fuggì per richiedere che San Frumenzio arrivasse ad Alessandria in quanto colpevole al pari dello stesso Patriarca, che lo aveva eletto vescovo. Pare che San Frumenzio venne imprigionato ma su questo fatto ci sono diverse correnti di pensiero. La morte di San Frumenzio avvenne negli ultimi anni del III secolo per poi venire venerato come Santo con ricorrenza che cade per l’appunto il 20 luglio.

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