A breve potrebbe essere proprio Giovanni Bossetti a recarsi presso il carcere di via Gleno a Bergamo per andare a trovare il figlio Massimo, in cella dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver rapito e ucciso Yara Gambirasio la sera del 26 novembre 2010. Il padre anagrafico del carpentiere di Mapello, pur avendo già ricevuto l’autorizzazione dalla procura a far visita al figlio (il cui padre biologico, secondo il test del Dna, sarebbe Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999) è però gravemente malato. Anche la madre, Ester Arzuffi, è stata già autorizzata ma per lei i tempi sarebbero più lunghi. Da quando è in carcere, infatti, Bossetti ha incontrato solamente la moglie, Marita Comi.
E’ avvenuta una nuova perquisizione, la terza per la precisione, nella casa del muratore di Mapello, Massimo Giuseppe Bossetti, che è in carcere dal 16 giugno 2014 con l’accusa di aver rapito e poi assassinato Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui cadavere è stato rinvenuto il 26 febbraio 2011, tre mesi esatti dopo la scomparsa. Il pm Letizia Ruggeri ha dissequestrato la casa di Bossetti, dopo aver requisito 34 oggetti, tra cui anche un biglietto per la moglie, alcuni attrezzi di lavoro e tantissime fatture che riportano gli acquisti del muratore, per lo più riguardanti materiale per la costruzione edile. L’accusato continua a proclamarsi innocente dal carcere e, dopo la richiesta perpetrata dai suoi legali Salvagni e Gazzetti il 23 luglio scorso di dissequestrate l’abitazione, è arrivato l’ordine del pubblico ministero Ruggeri di procedere con il dissequestro: “Mi possono smontare tutta la casa, non ho niente da nascondere” sono le parole di Massimo Bossetti, riportate dal Corriere della Sera. Il presunto killer continua perpetrando la sua estraneità a questa vicenda terribile, dicendo che vuole dimostrarlo per i suoi figli e sua moglie.
Continuano le perquisizioni in casa di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere da 38 giorni perché accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. La casa è sotto sequestro da un mese e sono oltre una decina gli uomini – tra carabinieri del Ros e la polizia dello Sco – che stanno lavorando alla ricerca di indizi. Una foto di famiglia, un biglietto d’amore scritto dalla moglie Marita Comi per San Valentino, un giubbotto, delle fatture e dei biglietti da visita: sono solo alcuni reperti sequestrati dagli investigatori, sotto la vigilanza degli avvocati del carpentiere di Mapello. Gli investigatori stanno verificando se Bossetti dice la verità e per farlo, come riportato dal Corriere della Sera, hanno anche rovistato tra i diari dei suoi figli di 8, 10 e 13 anni, tra i giochi, compresi gli album delle figurine. Non a caso perché, proprio all’edicola ad angolo con la palestra dove Yara si allenava, Bossetti ha detto che si fermava a comprare le figurine per i figli. La nuova perquisizione è stata fissata a poco più di un mese dalla precedente, avvenuta il 20 giugno. Tra i reperti anche una decina di telefonini. Intanto la madre Ester Arzuffi e il padre anagrafico Giovanni Bossetti, hanno chiesto e ottenuto di vedere il figlio in carcere.
Nonostante il figlio sia in carcere da 38 giorni, Ester Arzuffi non è mai andata a trovarlo. Massimo Giuseppe Bossetti è in una cella della casa circondariale di via Monte Gleno a Bergamo dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver rapito e ucciso Yara Gambirasio la sera del 26 novembre 2010, ma fino ad ora ha visto quasi esclusivamente la moglie Marita che è rimasta sempre al suo fianco. La madre, invece, nonostante sia stata proprio lei a chiedere al pubblico ministero Letizia Ruggeri l’autorizzazione al colloquio, non ha ancora fatto neanche una visita. Ester Arzuffi in questo periodo sta infatti accudendo il marito, Giovanni Bossetti, gravemente malato. Bossetti inoltre può ricevere non più di sei visite al mese e dal carcere continua a dichiararsi innocente, ma si chiede anche chi sia il padre biologico. “Mia madre Ester mi disse che conosceva Giuseppe Guerinoni, perché faceva l’autista del pullman, ma non mi parlò affatto di una relazione con lui. Vorrei chiederglielo adesso, a mia madre: sono figlio di quell’uomo?”, è la frase, riportata da L’Eco di Bergamo, che emergerebbe dal verbale del suo interrogatorio davanti al gip Ezia Maccora e al pm Letizia Ruggeri.