Il 26 luglio la Chiesa ricorda Sant’Anna e San Gioacchino, genitori della Vergine Maria. Il culto di Anna è molto diffuso sia in Oriente che in Occidente e in Italia: quasi ogni località vanta una chiesa dedicata alla madre della Madonna, mentre sono numerosi anche i comuni che l’hanno eletta a loro patrona. Considerata protettrice delle donne incinte, delle partorienti, delle madri e delle vedove, la sua protezione si estende anche ai fabbricanti e ai commercianti di scope, tessuti e biancheria per la casa. La figura di Gioacchino è invece molto più in ombra, tanto che venne aggiunto nell’elenco dei santi solo nel medioevo associandolo alla moglie Anna. Della vita dei genitori di Maria i Vangeli canonici non fanno cenno, sono invece gli apocrifi, cioè quelli non riconosciuti ufficilamente dalla Chiesa, a raccontare di questa agiata coppia che giunta in tarda età non aveva ancora avuto un figlio. È soprattutto il protovangelo di San Giacomo, che in realtà è stato redatto circa un secolo dopo la morte dell’apostolo ritenuto l’autore, a raccontare della famiglia di Maria, racconto che è stato accettato anche dalla chiesa cattolica e ortodossa. Secondo questo apocrifo, Anna e Gioacchino vivevano nei pressi di Gerusalemme e si amavano teneramente, ma erano ormai rassegnati a non avere figli, vista l’età ormai avanzata. Un giorno però, il sacerdote del Tempio ricordò a Gioacchino che su di loro incombeva la maledizione di Dio perché non avevano avuto prole e l’uomo ne fu mortificato. La sua fede e il rispetto delle leggi di Mosè non erano valsi a benedire la sua unione, mentre altre coppie erano state premiate con la nascita di numerosi figli anche se erano meno religiose di lui e Anna. Gioacchino, che amava profondamente sua moglie e si rifiutava di giacere con un’altra donna per avere la tanto desiderata prole, profondamente addolorato per le parole del sacerdote, si recò sulle montagne, dove per quaranta giorni pregò, digiunò e supplicò il Signore di fargli la grazia di un figlio. Mentre Gioacchino chiedeva la grazia di divenire padre, Anna, disperata dal fatto di non avere notizie del marito, si mise anche lei a pregare fervidamente e le apparve un angelo che le annunciò che presto avrebbe avuto un figlio e che di questo figlio ne avrebbe parlato tutto il mondo. Infatti dopo alcuni mesi si avverò la profezia dell’angelo e Anna rimase incinta e, nove mesi dopo partorì.



Si possono notare facilmente le analogie con altre scritture della Bibbia, quale l’annuncio a Sara e alla madre di Samuele, l’iconografia orientale mette poi in grande evidenza l’incontro tra Anna e Gioacchino presso la porta Aurea, incontro in cui Anna accoglie il marito dandogli la notizia delle parole dell’angelo. Il protovangelo di san Giacomo prosegue poi parlando della nascita di una bimba a cui fu posto il nome di Maria, che significa protetta dal Signore. La bimba venne portata al Tempio e il padre, per ringraziare Dio, portò in dono cento capretti senza macchia, dodici vitelli e dieci agnelli, quando poi la piccola compì i tre anni fu consacrata, perché questa era la promessa che i due genitori avevano fatto a Dio se avessero avuto la grazia di un figlio.



Dopo questo episodio, i vangeli apocrifi non fanno più cenno a Gioacchino, mentre Anna ricompare in alcuni scritti, in cui si afferma che rimase vedova e si risposò, mentre in altri non si fa menzione della sua vedovanza e si afferma che visse fino all’età di ottanta anni. La tradizione vuole che le spoglie di Sant’Anna furono poste in salvo dal centurione Longino, lo stesso che aveva scagliato la lancia contro il costato di Gesù crocifisso, e del corpo della madre di Maria non si seppe più nulla finché i crociati provenienti dalla Terra Santa non portarono il suo corpo ad Apt, una località della Provenza. Qui, le sante reliquie vennero suddivise e inviate a numerose comunità francesi, italiane e canadesi e, a Castelbuono, in Sicilia, venne consegnato il cranio. Ciò che rimane del corpo di Sant’Anna invece, riposa ancora oggi all’interno della cattedrale di Apt. I festeggiamenti in onore della santa che si tengono ancora oggi a Castelbuono sono grandiosi e le liturgie comprendono una novena e una solenne processione che vede le reliquie portate tra le vie del paese e quindi esposte sul balcone del Castello perché benedicano l’intera comunità.

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