Sono al vaglio degli inquirenti gli oggetti recuperati durante l’ultima perquisizione a casa di Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Tra questi ci sarebbero anche una lettera scritta da sua moglie Marita per San Valentino, un aspirapolvere, un giubbotto nero, un paio di scarponi da lavoro e soprattutto le fatture che attesterebbero l’acquisto di materiale edile presso alcune ditte di Chignolo. La procura nei giorni scorsi ha disposto il dissequestro dell’immobile, mentre i legali di Bossetti, non essendo stati avvertiti dalla procura, starebbero pensando di impugnare il verbale dell’ultima perquisizione.



Il prelievo senza consenso si tracce biologiche – purché non invasivo – è legale. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con una sentenza (la numero 22076 della seconda sezione penale) a carico di un 29enne di Chiari condannato a tre anni e due mesi di reclusione per rapina e violazione di domicilio. Dunque, il prelievo di reparti di tracce biologiche volto alla comparazione del Dna può avvenire senza senza contraddittorio e il raffronto può essere quindi utilizzato come prova nel dibattimento. Tutto ciò è di estrema rilevanza circa il caso di Yara Gambirasio e l’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver assassinato la ragazzina. Nel ricordo del caso di cui sopra, il legale dell’imputato lamentava che le tracce biologiche utilizzate per la comparazione del Dna fossero state prelevate “con un escamotage irrituale” e senza le garanzie del contradditorio, e questo – a  suo avviso – avrebbe dovuto comportare l’inutilizzabilità della prova a carico del suo assistito. Così non è e perciò le possibili obiezioni sul prelievo del Dna al muratore di Mapello (effettuato con l’alcoltest), nelle indagini per l’omicidio di Yara cadono come castelli di sabbia. La  Cassazione ribadisce e conferma come i prelievi ematici coattivi possano essere effettuali “con modalità non invasive e non lesive dell’integrità personale” anche senza il consenso dell’indagato. 



Il nuovo capitolo dell’Odissea del caso di Yara Gambirasio è fissato a settembre quanto sarà pronta la relazione tecnica relativa alle analisi sulle circa duecento tracce pilifere rinvenute sul corpo della ragazzina trovata senza vita il 26 fennraio 2011 in un campo di Chignolo d’Isola. L’attività di accertamento in laboratorio è stata portata a termine e come già noto non sono emersi elementi riconducibili a Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere da l16 giugno 2014 con l’accusa di aver ucciso l’adolescente. I tempi tecnici per la stesura della consulenza tecnica da parte del professor Carlo Previderè sono lunghi e la perizia, che verrà consegnata alla Procura di Bergamo, sarà pronta a settembre. Intanto a Parma proseguono le indagini dei Ris sui reperti trovati all’interno dei veicoli del muratore di Mapello, l’auto Volvo V40 e il furgone Iveco Daily. Anche su questo fronte le tempistiche saranno lunghe.

Leggi anche

Yara Gambirasio, genitori denunciano Netflix per violazione privacy/ "Nella docuserie audio non autorizzati"