A Palermo la statua della Madonna si “inchina” davanti al covo del boss. È accaduto domenica scorsa, tra i vicoli del mercato storico di Ballarò. Il boss Alessandro D’Ambrogio non c’era: è rinchiuso nella sezione “41 bis” del carcere di Novara, ma la processione gli ha reso omaggio lo stesso. Un uomo della confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo ha urlato lo stop, proprio davanti al covo del padrino, un’agenzia di pompe funebri di proprietà della famiglia. Erano le 19 circa, quando la manifestazione religiosa si è fermata per cinque minuti davanti all’agenzia di via Ponticello. Proprio dove D’Ambrogio organizzava i summit con i suoi fedelissimi, che sono stati ripresi dalla telecamera, che i carabinieri del nucleo investigativo avevano nascosto. Era lui, due anni fa, a portare orgoglioso la vara di questa Madonna con indosso la casacca della confraternita. «È stata una fermata anomala», ha commentato frate Vincenzo, rettore della chiesa del Carmine Maggiore le cui parole sono riportate da “La Repubblica”. «Anche quest’anno è accaduto.Io ero avanti, su via Maqueda, stavo recitando il santo rosario. A un certo punto mi sono ritrovato solo. Ho capito, sono tornato indietro di corsa, e ho visto la statua della madonna ferma. Qualcuno stava passando un bambino ai confrati, per fargli baciare la Vergine. Cosa dovevo fare? Era pur sempre un atto di devozione quello. Qualche attimo dopo, la campanella è suonata e la processione è andata avanti». Il frate cerca di esprimere il suo dolore: «Avevo cercato di esprimere concetti chiari durante la preparazione del triduo della Madonna, richiamando tutti al senso di questa processione così importante. Ho detto certe cose nel modo più gentile possibile, per evitare reazioni, ma le ho dette. Ed è accaduto ancora. Cosa bisogna fare?». Intanto la Curia ha chiesto gli elenchi dei componenti delle confraternite, inviando anche suoi rappresentanti alle processioni. Compresa quella di domenica, dove c’era un ispettore inviato dal cardinale Paolo Romeo. Il motivo è che la mafia continua a essere legata alle processioni. Un esempio è dato da uno degli ultimi boss arrestati, Stefano Comandè, che era il superiore della confraternita delle Anime Sante. Confraternita che organizza una delle più importanti processioni del Venerdì Santo in città. Camandè è stato fermato alla vigilia di Pasqua: era fra i protagonisti di una faida che stava per scoppiare. Da qui la Curia lo ha rimosso e ha sciolto la confraternita: è la prima volta che accade in Sicilia. Non è la prima volta che accade un gesto simile in Italia. Anche in Calabria abbiamo assistito all’inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti all’abitazione del boss Peppe Mazzagatti, 82 anni, capo dell’omonimo clan della ‘ndrangheta, avvenuta a Oppido Mamertina lo scorso 7 luglio. Un gesto che portò i carabinieri ad abbandonare la processione. (Serena Marotta)