“I due gemelli, un maschio e una femmina, ormai sono nostri, li sentiamo nostri. Siamo a poche settimane dal parto, non ce li possono togliere. Dalla nostra parte abbiamo il diritto naturale”: così dicono i genitori che stanno per mettere alla luce i due gemellini. Si tratta del ben noto caso dello scambio di embrioni accaduto all’ospedale Pertini di Roma. Dall’altra parte stanno infatti i cosiddetti genitori biologici che reclamano i bambini: “Faremo ricorso al Tribunale  perché ci venga detto dove e quando nasceranno i nostri due gemelli, che registreremo all’anagrafe con i nostri cognomi. Li rivogliamo non appena saranno nati” dicono. In mezzo, due bambini di cui oggetti di una disputa a loro insaputa, a cui, come ha detto il sussidiario.net Lucetta Scaraffia, “si impedisce di avere una famiglia”. “E’ un caso senza soluzione” dice ancora Scaraffia “che porterà solo conseguenze drammatiche. Questo perché nessuno dice apertamente che la fecondazione in vitro presenta moltissimi rischi, mentre si illudono le coppie che non sia così”.



Che senso ha appellarsi al diritto naturale come fanno i due genitori quando si parla di fecondazione assistita? 

La risposta è già nella sua domanda. Queste persone si sono rivolte alla procreazione assistita che proprio naturale non è. L’errore sta infatti tutto qua, in questo tipo di procreazione. Appellarsi al diritto naturale è una contraddizione che io non capisco.



Ci spieghi meglio il perché.

Non si chiama diritto naturale mettere al mondo dei figli con la procreazione assistita, quello si chiama diritto legale perché fino a oggi altri casi non erano mai stati recepiti  dalla legislazione. E’ anche vero che in Italia il diritto non ha ancora recepito la trasformazione della figura materna e la sua possibilità di venire spezzettata in tre figure diverse.

Cioè?

Intendo la madre che dà l’ovulo, la madre che porta i bambini e la madre diciamo sociale che poi li alleva. Secondo la legge italiana è madre chi partorisce il figlio.

E la figura paterna che ruolo ha? Abbiamo due padri in questo caso.



La figura del padre in un caso come questo diventa  inquietante perché il padre non sarebbe il marito della signora che ha partorito. Invece potrebbe fare ricorso l’altro padre e diventare lui il genitore perché padre genetico cioè diventare lui il padre dei bambini.

Quindi sarebbero dei bambini con una mamma in una famiglia e il padre in un’altra?

Sì, o peggio ancora sarebbero fin dall’origine dei bambini a cui viene impedito di avere una famiglia. 

Che fare allora?

Bisognerebbe trovare una soluzione che permetta a questi bambini di avere una famiglia, questa la prima esigenza.

Ma esiste un modo?

In modo auspicabile le due coppie invece di farsi la guerra come fatto fino a oggi si dovrebbero mettere il cuore in pace e trovare un accordo, una delle due doppie accontentarsi di essere una sorta di zii.

 

Abbastanza difficile come ipotesi.

Il problema di chi sono i genitori è irrisolvibile. Nel caso di due genitori biologici che hanno dato l’ovulo avrebbero tutti e due lo stesso rapporto con i bambini mentre nel caso dei genitori di altra coppia ci sarebbe la madre che ha portato avanti la gravidanza che è una cosa molto importante nella formazione dei bambini e il padre che non avrebbe nulla a che fare con questi bambini.

 

Un bel caos insomma.

E’  infatti un caos, una situazione che non ha soluzioni.

 

Nessuno tra l’altro si pone il problema dei bambini, i giornali non li prendono neanche in considerazione.

Poveri bambini, sono i più sfortunati fra tutti i coinvolti. 

 

E dei genitori biologici che vogliono registrare il loro cognome all’anagrafe, pretendendo così di avere loro i due gemelli?

Non possono farlo, non possono avanzare una richiesta legale perché c’è un problema in Italia. La procreazione assistita non è stata recepita dalla nostra legislatura, possono aprire il problema, soprattutto il padre può essere riconosciuto.

 

All’estero invece come ci si regola?

Non si conosce un fatto analogo a questo, mai successo un caso analogo. E’ un caso particolarissimo. E’ avvenuto sì anche in Italia due volte e chissà quanti altri casi che non sono venuti allo scoperto lo scambio, ma c’è stato prima della creazione dell’embrione, cioè l’ovulo di una mamma è stato unito allo spermatozoo non di suo marito ma di un’altra persona, per errore. Ma in questo caso ci sono dei bambini totalmente estranei alla mamma che li porta in grembo e questo non mai successo, è una cosa estrema.

 

E’ d’accordo nel dire che questo desiderio di avere dei figli a ogni costo porta un risvolto della medaglia, un rischio che non viene neppure preso in considerazione?

Sì, sono assolutamente d’accordo. Penso che chi si rivolge a queste pratiche deve essere informato della possibilità di errore che è più alta di quanto si pensi. Gli errori li fanno in buona percentuale gli esseri umani come in ogni altra cosa, invece viene detto a uno che fa tanta fatica per avere un figlio dal punto di vista genetico che i rischi non ci sono o quasi.

Un caso come questo dunque lascia una domanda aperta?

Sì certamente, come detto casi come questo non hanno soluzione, questa storia non avrà una soluzione. 

(Paolo Vites)