Forse uno scambio di loculi o una sparizione di cadaveri: sono le due ipotesi sulle quali stanno lavorando i carabinieri per capire cosa è successo al cimitero di Tito, in provincia di Potenza. La scoperta della sparizione dei due cadaveri dei fratellini, una femmina e un maschio, morti poco dopo la nascita, è stata fatta dalla sorella che intendeva trasferire i resti dei due fratellini nelle Marche, dove si è trasferita negli anni Settanta, così ha deciso di trasferire le salme dal cimitero di Tito a quello di Fano (Pesaro Urbino). Tuttavia, al momento dell’apertura del loculo, la brutta sorpresa: le ossa non erano quelle dei due bambini, che dovevano essere lì dagli anni Ottanta, ma di un uomo adulto. Intanto sui registri comunali non c’è traccia di esumazioni e tumulazioni nei loculi risalenti a quel periodo. O meglio: in un primo momento non si trova il registro (forse perso durante il terremoto del 1980), poi consegnato ai carabinieri. Ma delle annotazioni non c’è traccia: né dei due fratellini né di molte altre. Di conseguenza sono partiti gli esposti, è iniziata l’inchiesta della Procura di Potenza e le indagini dei carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria. La vicenda risale a un anno fa ed è stata raccontata da “Il Quotidiano della Basilicata”. In una prima fase dell’indagine si è pensato ad un errore, forse voluto oppure casuale. Nel loculo accanto a quello che avrebbe dovuto contenere i resti dei due bambini, si trovano quelli dei genitori di un operaio che in quel periodo lavorava per i servizi cimiteriali e si occupava proprio delle tumulazioni. Pista che non convince gli investigatori. C’è tuttavia chi afferma che i fiori davanti alle due tombe non sono mai mancati. Non è stata scartata ma sembra difficile che possa esserci di mezzo la compravendita illecita di loculi, visto che in quegli anni l’acquisizione doveva essere gratuita. E se invece c’è stato uno scambio di loculi all’interno dei sei loculi della sezione, significherebbe che anche altre famiglie hanno pianto i loro cari in un’altra tomba. Intanto il sindaco di Tito, Graziano Scalone, eletto da soli tre mesi, ha fatto le scuse alla famiglia: «Le scuse alla famiglia sono il minimo che possiamo fare – ha detto il sindaco – ma non basta. Abbiamo dato agli investigatori tutta la collaborazione possibile, e avviato un percorso amministrativo per farci carico di tutti i costi che ciò comporta, anche arrivando fino a un’ordinanza sindacale per riesumare i corpi di quella sezione del cimitero, sperando di trovare i due bambini e mettere un punto definitivo a questa storia, prima di tutto per una questione di rispetto e di civiltà». (Serena Marotta)