Trentaquattro anni dopo e 85 morti, la strage di Bologna ancora non conosce chi siano stati i mandanti di uno dei massimi attentati terroristici del dopo guerra. Era il 2 agosto 1980 quando in tarda mattina una potentissima esplosione squarciò la stazione di Bologna causando 85 morti e oltre duecento feriti. La bomba esplose nella sala di aspetto che in quell’ora e in quella giornata era piena di turisti e pendolari. L’ordigno era nascosto in una valigia lasciata lì: dentro 23 chili di esplosivo di tipo militare. Gli esecutori materiali furono individuati in Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambo, estremisti di destra che si sono sempre dichiarati innocenti. Nel 1995 la loro condanna è stata confermata in cassazione: ergastolo. Dei mandanti non si seppe nulla, ma molte sono le teorie che circolano su questo episodio, ad esempio che l’esplosivo era in “transito” per Bologna, diretto ai terroristi palestinesi. O che invece proprio i palestinesi, per vendicarsi della politica italiana del periodo, avessero organizzato l’attentato. La spiegazione ufficiale è comunque sempre stata l’attentato neofascista. Ancora oggi Giorgio Napoletano nel ricordare la strage ha chiesto che si faccia luce sui mandanti: “ Al ricordo di quei tragici eventi anche da parte delle generazioni che non li hanno vissuti deve accompagnarsi una esauriente risposta all’anelito di verità che accomuna i familiari e l’intero Paese. Il mio pensiero, partecipe e commosso, va alle ottantacinque vittime, agli oltre duecento feriti, segnati dall’orrore di quella mattina, e all’ incancellabile dolore dei loro famigliari. La strage è stata frutto di una stagione di intolleranza e di violenze che non può essere dimenticata” .