Il feto è morto dopo l’amniocentesi, quattro ginecologhe sono indagate per procurato aborto e lesioni colpose nell’ambito di un’indagine della Procura di Ravenna. La madre poi, due anni fa, ha avuto gravi ripercussioni: è stata sottoposta ad asportazione dell’utero e di un ovario. Delle quattro indagate, due sono di una clinica privata, entrambe di Ravenna, mentre le altre due dell’ospedale cittadino, una è di Cesena e l’altra residente a Ferrara. In seguito alla denuncia del legale che agisce per conto della giovane donna, avvocato Manuela Mengucci, la Procura aveva aperto un fascicolo contro ignoti. Poi l’iscrizione delle quattro ginecologhe da parte del pm Stefano Stargiotti , che ha affidato la consulenza medica al professor Stefano Battagliarin, direttore del dipartimento Materno Infantile di Rimini, secondo il quale, la procedura di amniocentesi, fu con ogni probabilità sbagliata con perforazione dell’intestino. Inoltre, cosa non avvenuta, al primo ingresso della giovane mamma al pronto soccorso, dove si è recata più volte, la ragazza andava ricoverata e sottoposta a terapia. A fine settembre il gip Piervittorio Farinella ha fissato l’incidente probatorio, e la perizia sarà affidata al professor Nicola Rizzo, primario del Sant’Orsola di Bologna. I difensori delle indagate sono gli avvocati ravennati Ermanno Cicognani, Valentina Fussi e Mauro Brighi. (Serena Marotta)



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